Alcol, nella bergamasca un morto al giorno

Solo in Italia sono almeno cinque milioni le persone che presentano problemi connessi all’abuso di alcol, mentre poco meno di due milioni sono gli alcoldipendenti. Per non parlare dei costi sociali provocati dall’alcolismo: almeno 40 miliardi di euro l’anno, secondo alcune stime dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità.

Nella Bergamasca sono quasi 150 mila i soggetti ad alto rischio per problemi legati all’alcol, e di questi almeno 6 mila ne subiscono una vera e propria dipendenza.

Ma il dato a cui nessuno fa purtroppo fa caso è che di alcolismo - nella nostra provincia - si registra quasi un morto al giorno. Un dato che si commenta da sé. Come si commenta da sé il fatto che l’età media in cui si comincia ad assaggiare un bicchiere di vino - spinti spesso dai genitori, che ne ignorano le possibili conseguenze - è di 11 anni, contro i 13 della media italiana ed europea, e nonostante la legislazione in vigore vieti la vendita di sostanze alcoliche ai minori di 16 anni.

L’alcol è infatti uno dei principali fattori di rischio per la nostra salute e, a differenza del fumo, può esporre a forti rischi anche in seguito a un singolo episodio di consumo moderato, erroneamente considerato come non rischioso per la salute. Sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, non si può oggi identificare una quantità di alcol raccomandabile e sicura per la salute: il rischio esiste per qualunque livello di consumo e cresce all’aumentare del consumo stesso.

Un aiuto a chi «soffre di alcol» viene dai Sert del Dipartimento delle dipendenze dell’Asl, servizi territoriali a cui la popolazione alcoldipendente si rivolge in numero sempre maggiore - dai 476 del ’99 si è arrivati ai 699 del 2004 -, ma sempre in numero assolutamente insufficiente, tanto che il rapporto tra chi si rivolge ai Sert e chi ne avrebbe bisogno, ma non lo fa, è di quasi 1 a 10. «La popolazione che si rivolge ai Sert - continua Noventa - è ancora numericamente inferiore a quella dei tossicodipendenti e siamo in presenza di un rilevante sottoutilizzo dei servizi di trattamento dei problemi correlati all’uso di alcol.

Sul nostro territorio, comunque, sono molti i servizi che trattano le problematiche alcolcorrelate: la psichiatria, la medicina degli ospedali, i gruppi di auto-mutuo-aiuto (Alcolisti anonimi, Club alcolisti in trattamento)». Il problema è che gli alcolisti che si rivolgono alle strutture in grado di curarli vi accedono dopo 15 - 20 anni dai primi segnali di problemi legati al bere.

(31/03/2005)

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