Sabato e domenica l’Aido, l’Associazione italiana donatori di organi - nata a Bergamo nel 1973 dalla trasformazione della Dob (la Donatori Organi Bergamo, fondata nel novembre di due anni prima al quartiere Monterosso) - festeggerà nelle piazze di tutta Italia i 30 anni di costituzione con la Giornata nazionale di informazione e autofinanziamento, una buona occasione per cercare di rinsaldare il proprio legame con gli italiani, ultimamente poco attenti al tema della donazione. La prova è il calo del numero dei donatori, non solo genericamente in tutto il Paese, ma anche nel Nord Italia, in Lombardia e in Bergamasca in particolare.
«Il problema esiste - commenta Leonida Pozzi, vicepresidente nazionale dell’Aido, presidente regionale e provinciale - e bisogna affrontarlo con coscienza e determinazione, cosa che faremo con le iniziative in programma nel fine settimana. Il radicamento in Bergamasca è comunque ancora molto forte, e non è certo un caso che siamo la provincia italiana con il maggior numero di Comuni (53) che hanno aderito alla manifestazioni del week end».
I dati dell’attività di trapianto degli Ospedali Riuniti relativi ai primi nove mesi dell’anno confermano però una chiara riduzione. Tuttavia a Bergamo la riduzione del numero dei trapianti non è proporzionale a quella dei donatori, dove sono riusciti a prelevare un numero di organi uguale al numero di organi prelevati nello stesso periodo dello scorso anno, ma con un maggior numero di donatori. Tra il gennaio e il settembre del 2002, infatti, da 15 donatori prelevammo 43 organi; quest’anno, nello stesso arco di tempo, abbiamo prelevato 42 organi da 12 donatori, e questo sta ad indicare una migliore qualità della gestione clinica del donatore. Ciò che invece è necessario sottolineare, purtroppo, è un aumento del numero dei rifiuti alla donazione: nel 2002 sono stati 3, pari al 14% dei donatori potenziali, mentre quest’anno sono già stati 5, pari al 29%.
(25/09/03)
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