Aggredito il comandante dei vigili
Agguato fuori casa a Cividate
Due individui a volto coperto hanno aggredito, nella notte tra martedì e ieri, a Cividate al Piano, il comandate della stazione di polizia locale Massimiliano La Ruccia, afferrandolo per il collo fino a immobilizzarlo, per poi rapinarlo del denaro che aveva con sé.
Due individui a volto coperto hanno aggredito, nella notte tra martedì e ieri, a Cividate al Piano, il comandate della stazione di polizia locale Massimiliano La Ruccia, afferrandolo per il collo fino a immobilizzarlo, per poi rapinarlo del denaro che aveva con sé.
L’agente era uscito di casa in serata ed è stato colto di sorpresa dai due malviventi proprio mentre stava rientrando nella propria abitazione in via Indipendenza, poco distante dal cimitero di Cividate al Piano.
L’azione
L’aggressione è scattata all’1,40 e si è conclusa piuttosto rapidamente, senza l’ausilio di armi da parte degli aggressori, tanto da far ritenere alla vittima che si sia trattato di un gesto premeditato. «Proprio mentre stavo per rimettere piede in casa – ha raccontato Massimiliano La Ruccia –, sono stato raggiunto all’improvviso da un colpo secco tra le spalle e la nuca. La botta mi ha tramortito e mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo, mi sono sentito stringere e bloccare il braccio sinistro e subito dopo sono stato afferrato alla gola con forza». Gli aggressori, quindi, hanno agito insieme e in sintonia: «Mentre uno mi immobilizzava, l’altro ha infilato le mani nelle mie tasche e ha iniziato a frugare – ha proseguito il comandante La Ruccia –. Con me avevo il cellulare, soldi e documenti; i soldi, in totale 180 euro, sono stati il bottino dei miei aggressori che, nella fretta di arraffare il denaro, hanno rovesciato a terra sia il telefono sia documenti. L’azione è durata poco, infatti già all’1,50 circa dal mio cellulare ho inoltrato la chiamata di soccorso e segnalazione ai carabinieri di zona che hanno raccolto la mia deposizione».
Senza armi
Fortunatamente i due malviventi non erano armati; nonostante ciò, sul corpo dell’agente, in modo particolare nella zona del collo, sono rimasti i segni della stretta.
«Il fatto che non fossero armati è stata senza dubbio una grande fortuna – ha dichiarato La Ruccia – anche se non posso dire di non aver sofferto il loro gesto. Erano due ed erano forti, entrambi avevano i capelli tagliati a rasoio, uno era più corpulento e l’altro leggermente più magro ma comunque alti. Non so proprio dire chi possano essere».
Parecchio spavento, ma anche lucida analisi di quanto accaduto: «Fatti del genere – ha proseguito il comandante La Ruccia – non sono da ritenersi una rarità di questi tempi».
Mentre si stava svolgendo l’aggressione ai danni del comandante, i due individui hanno comunicato tra loro lanciandosi brevi frasi: «Ciò, nello stordimento del momento, mi ha consentito di comprendere che erano italiani entrambi. Poche parole ma nette, del tipo: “Dove sono i soldi?”, “Trovati, andiamo!”», ha ricordato La Ruccia. Analizzando il fatto, il comandante conclude: «Si può supporre che si sia trattato di un furto su commissione, riconducibile ad altre simili aggressioni accadute recentemente in altre zone. Questo rimane un sospetto, saranno i carabinieri a fare le opportune verifiche».
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