Cronaca / Bergamo Città
Domenica 23 Febbraio 2014
Affidi: il Comune chiede aiuto
Ci sono dieci bambini in attesa
Mancano famiglie disponibili all’affido. È un vero e proprio appello quello che il servizio Affidi del Comune di Bergamo lancia alla città: ci sono almeno 10 bambini che sono pronti ad essere ospitati all’interno di una nuova famiglia. Il problema è che le nuove famiglie non ci sono.
Mancano famiglie disponibili all’affido. È un vero e proprio appello quello che il servizio Affidi del Comune di Bergamo lancia alla città: ci sono almeno 10 bambini che sono pronti ad essere ospitati all’interno di una nuova famiglia. Il problema è che le nuove famiglie non ci sono.
«Facciamo fatica a trovare nuclei famigliari disponibili ad accogliere i minori che sono stati temporaneamente allontanati dai propri genitori - spiega Laura Fumagalli, coordinatrice dell’Area minori e del servizio Affidi del Comune -. Abbiamo più di 10, tra bambini e ragazzi, che aspettano di poter entrare in una nuova famiglia per un periodo di affido residenziale».
L’affido residenziale è quello «a tempo pieno»: il bambino va ad abitare con la famiglia affidataria e, se gli operatori del servizio Affidi lo ritengono opportuno, mantiene i contatti con la propria famiglia in momenti e orari prestabiliti, spesso soltanto nel fine settimana.
Alcuni dei bambini in attesa, che sono tutti compresi tra gli 8 e i 13 anni, stanno vivendo in comunità, mentre altri stanno ancora con la loro famiglia d’origine ma in situazioni problematiche, che il Tribunale dei minori ha ritenuto poco adatte al benessere di un minore. «Quando la famiglia ha un problema viene stabilito l’allontanamento del bambino - continua Fumagalli -. Spesso si tratta di situazioni temporanee e non sempre hanno a che fare con condizioni pesanti dal punto vista della salute fisica o psichica dei genitori. Esistono anche casi in cui semplicemente una mamma sola trova impiego in un’altra città e non sa a chi lasciare il figlio piccolo, che viene ospitato da un’altra famiglia durante i giorni di lavoro della madre e che poi torna a casa quando lei rientra nel fine settimana».
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