Cronaca / Hinterland
Domenica 10 Marzo 2013
Aeroporto, la rivolta dei sindaci:
«Siamo abbandonati dallo Stato»
La risposta a caldo? Disappunto, se non rabbia. Questo il sentimento che circola tra i sindaci dell'hinterland (da tempo impegnati sulla questione aeroportuale) in seguito al parere espresso dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio.
La risposta a caldo? Disappunto, se non rabbia. Questo il sentimento che circola tra i sindaci dell'hinterland (da tempo impegnati sulla questione aeroportuale) in seguito al parere espresso dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio, secondo cui il limite dei 68.570 movimenti non è vincolante per l'aeroporto di Orio.
«Il decreto Via del 2003, con il quale è stata rilasciata la compatibilità ambientale avendo valutato gli impatti attesi sulla base degli scenari prospettati dal proponente, non contiene alcuna disposizione, nel quadro prescrittivo, relativa al tetto massimo del numero dei voli»: questa la dizione formale contenuta nella comunicazione del ministero.
Interpretazione che ha lasciato sbigottiti tutti i primi cittadini dei Comuni interessati dal problema, che si riuniranno per discutere su questo punto nell'apposito «Tavolo dei sindaci». Molti di loro hanno inoltre espresso la volontà di leggere attentamente il documento del ministero, per studiare le contromosse e andare a fondo della vicenda.
Molte voci, ma un comune sentire, quello dei sindaci dell'hinterland: la risposta del ministero (e quindi dello Stato centrale), così com'è, non è per nulla soddisfacente. «Personalmente sono rimasta scioccata da questa lettera del ministero - ha sottolineato Simona Pergreffi, sindaco di Azzano San Paolo - anche perché abbiamo la sensazione di una mancanza di tutela e di abbandono da parte degli organismi centrali. Una risposta diversa del ministero ci avrebbe dato un minimo di tranquillità in più, anche perché l'aeroporto non può espandersi all'infinito. Nei prossimi giorni, una volta analizzato il documento, ci coordineremo con gli altri Comuni per valutare il da farsi».
Leggi di più su L'Eco di domenica 10 marzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA