Addio al «papà» del Boeing 747
Il leggendario ingegnere morto a 95 anni

Addio a Joe Sutter, il «papà» del Jumbo: il leggendario ingegnere della Boeing che «pilotò» il progetto del primo 747 è morto a Seattle a 95 anni.

Attivissimo fino alla fine: ancora la prima settimana di agosto, nella sua casa di vacanze sullo Hood Canal, Sutter aveva fatto gli onori di casa ai manager della Cathay Pacific che avevano completato la consegna di un nuovo gigante dei cieli: il tipo di eventi da lui organizzati nel corso degli anni per varie compagnie aeree di tutto il mondo.

Annunciandone la morte il Ceo della Boeing Ray Conner lo ha definito «uno dei giganti dell’aerospazio e un membro della nostra grande famiglia». Alla Boeing Sutter aveva lavorato tutta la vita: era entrato in azienda come stagista prima della seconda guerra mondiale e continuato dopo il conflitto lavorando al suo primo jet, il 707, lo standard dei «wide body» degli anni Sessanta. Sua è anche la paternità tecnica del primo aereo a corto raggio, il 727.

Durante il progetto per il 737, Sutter aveva ottenuto un brevetto per il mondo con cui i motori erano posizionati saldamente sotto le ali. Ma è al Jumbo, a cui aveva cominciato a pensare nel 1965, che il nome di Joe Sutter è legato per sempre: l’aereo gigantesco dalle forme iconiche, col cupolino che sovrasta il ponte principale, la testa rialzata, le gigantesche ali spinte da quattro motori che si flettono durante il decollo e il volo.

«È stato quello che avevo sognato fin da bambino», aveva confessato l’ingegnere nel suo libro di memorie, intitolato per l’appunto «747». Il modello ribattezzato come l’elefante del circo Barnum avrebbe dovuto portare due volte e mezzo i passeggeri di un 707, ma sulle prime il progetto segnò il passo perché la Boeing cercava di aprirsi una strada nel trasporto supersonico. Solo quando il governo federale bloccò i finanziamenti, il 747 spiccò il volo.

Entrato in servizio nel gennaio 1970 con Pan Am - a battezzare il primo esemplare, il Clipper Victor, fu la First Lady Pat Nixon - e poi continuamente aggiornato, il Jumbo divenne l’icona dei viaggi internazionali a lungo raggio e stabilì per oltre due decenni la supremazia della Boeing nell’aviazione commerciale fino a quando nel 2007 fu spodestato dall’Airbus 380.

Protagonista di film come Airport, Air Force One e Mission Impossible, il 747 fu di fatto il primo velivolo in grado di trasportare grandi quantità di persone in un colpo solo: mezzo migliaio alla volta. E anche se periodicamente è stato dato per morto, ha dimostrato di avere, proprio come il suo «papà» Joe Sutter, una straordinaria longevità: la produzione dovrebbe continuare fino ad almeno il 2019 e finora la Boeing ha consegnato oltre 1.500 esemplari dell’aereo, con altri 23 ordinati nelle varianti 747-8I e 747-8F.

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