Abbozzo di rene coltivato in laboratorio
È presto per utilizzarlo per i trapianti

Coltivato in laboratorio il primo abbozzo di rene umano: i suoi geni sono «accesi» come in un feto nel primo trimestre di gravidanza.

Lo annunciano sulla rivista Nature i ricercatori australiani del Murdoch Childrens Research Institute, insieme ai colleghi dell'Università di Melbourne, del Queensland e gli olandesi dell'Università di Leiden.

Il mini-rene umano non è un vero e proprio organo strutturato, bensì solo un abbozzo, chiamato «organoide»: al momento, dunque, non può essere utilizzato per i trapianti, ma è un ottimo banco di prova per studiare malattie e sperimentare farmaci. I ricercatori lo hanno ottenuto coltivando in provetta delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), ovvero cellule staminali riprogrammate a partire da cellule umane adulte. Dosando il giusto mix di fattori di crescita, i ricercatori sono riusciti a trasformarle in tutti i tipi di cellule normalmente presenti in un rene, comprese quelle che compongono il tessuto connettivo.

I geni espressi nell'organoide sono risultati essere simili a quelli «accesi» nel rene durante i primi tre mesi dello sviluppo fetale. Le cellule si sono inoltre dimostrate sensibili al cisplatino, una sostanza tossica per i reni. Questi risultati indicano che si sta andando nella direzione giusta verso la ricostruzione completa di un rene in provetta, «anche se la strada da fare è ancora molto lunga» come sottolinea in un articolo di commento Jamie Davies, fisiologo dell'Università di Edimburgo

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