«Ho visto l’orso JJ5 sui monti sopra Valgoglio»Nuova operazione del Nucleo Ittico Venatorio del Corpo di Polizia Provinciale: nell’ambito dei servizi di vigilanza venatoria volti alla prevenzione e contrasto dei fenomeni di bracconaggio a carico di ungulati.Gli operatori di polizia locale del Nucleo Ittico Venatorio hanno individuato nei contenitori per la raccolta differenziata del Comune di Colere, i resti della macellazione di un capriolo maschio adulto abbattuto mediante l’impiego di munizione spezzata.Dall’analisi dei reperti rinvenuti è stato possibile stabilire che l’atto di bracconaggio era riconducibile sicuramente al giorno precedente se non addirittura alla mattina stessa.Le segnalazioni raccolte e le indagini condotte hanno consentito di individuare due persone, un quarantenne ed un cinquantenne della Valle di Scalve, che fermati dagli agenti - al ritorno da una giornata di caccia alla lepre – hanno ammesso le loro responsabilità.Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare ulteriori atti di bracconaggio, di cui un altro avvenuto poche ore prima.Nell’abitazione del primo cacciatore è stata rinvenuta nel garage la carcassa intera di un capriolo maschio adulto, mentre nel congelatore si trovavano 17 pacchetti di carne congelata di capriolo, per un peso complessivo di kg. 25,500. Dal controllo delle armi e delle munizioni si è poi passati al sequestro, oltre al fucile da caccia utilizzato durante quella giornata, di alcune munizioni a palla unica per fucile a canna liscia non denunciate alla competente autorità di Pubblica Sicurezza, numerose cartucce a munizione spezzata “a pallettoni”, il cui uso durante l’attività venatoria è vietato proprio perché balisticamente idonee solo all’abbattimento illecito di ungulati (caprioli, cervi e camosci il cui prelievo legale va invece effettuato con arma rigata a palla unica).Altri reperti sono stati trovati nell’abitazione del secondo cacciatore: in particolare 22 sacchetti di carne congelata di capriolo per un peso complessivo di kg. 14, munizioni a palla per fucile a canna liscia non denunciate e cartucce a “pallettoni” vietate per l’attività venatoria.E qui si è recuperato anche il “trofeo” del capriolo abbattuto il giorno precedente: gli agenti hanno trovato infatti i resti della macellazione. Si è proceduto anche in questo caso al sequestro del fucile da caccia e di uno zaino imbrattato di sangue. Le singole confezioni sequestrate riportavano un’etichetta con annotata una data (probabilmente quella di abbattimento) e in alcuni casi sesso ed età dell’animale. Da un’analisi del materiale sequestrato si è determinato che sono stati abbattuti non meno di 8 caprioli e più precisamente:•n°1 capriolo di 2 anni e mezzo d’età•n°1 capriolo maschio di un anno e mezzo•n°1 capriolo femmina•n°1 capriolo femmina•n°1 capriolo maschio•n°1 capriolo adulto n°1 capriolo piccolo •n°1 capriolo maschio adulto L’assessore provinciale alla Caccia e Pesca, Luigi Pisoni ha espresso il suo “compiacimento per questa ulteriore operazione antibracconaggio del Corpo di Polizia Provinciale: l’attività di prevenzione e controllo è continua su tutto il territorio. L’impegno della Provincia per la tutela del nostro prezioso patrimonio faunistico è massimo, a fronte di gravi episodi come questo la condanna non può che essere decisa e chiara: questi comportamenti nulla hanno da spartire con l’esercizio venatorio che viene esercitato dalla maggioranza delle persone nel rispetto delle regole. Desidero ringraziare anche l’autorità giudiziaria che efficacemente coordina l’azione investigativa del Corpo di Polizia Provinciale”.Anche il Presidente del Comprensorio Alpino Valle di Scalve Massimo Magri si unisce alla condanna di questo atto di bracconaggio: “I cacciatori della valle sono rimasti colpiti dalla gravità di quanto successo e censurano con forza questi comportamenti a danno della fauna dei nostri terittori. Il mondo venatorio deve isolare tali condotte al fine di tutelare i cacciatori che esercitano la loro passione nel rispetto delle regole. Pieno apprezzamento alla preziosa attività degli agenti del Nucleo Ittico Venatorio del Corpo di Polizia Provinciale: è fondamentale la loro azione di prevenzione e controllo che – sottolineo – avviene in perfetta collaborazione con il Comprensorio Alpino Valle di Scalve”.Il comandante del Corpo di Polizia Provinciale Alberto Cigliano, dal canto suo, spiega che ai soggetti sono stati contestati, in concorso tra loro, i reati di: •Esercizio della caccia agli ungulati con l’uso di munizione spezzata e abbattimento di specie non cacciabile. Gli ungulati, ai quali appartiene la specie capriolo, sono prelevabili solamente nell’ambito della “caccia di selezione” da cacciatori nominativamente autorizzati mediante assegnazione nominativa dei capi da prelevare, distinti per sesso e classe d’età, a cacciatori abilitati e con l’uso di fucile a canna rigata (carabina) e munizione a palla unica.•Uso di munizioni non consentite. Nella zona faunistica delle Alpi sono vietati la detenzione e l’uso di cartucce con pallini di diametro superiore a mm. 4,0 •Omessa denuncia di detenzione di munizione a palla unica. Entrambi gli indagati detenevano presso le rispettive abitazioni munizioni calibro 12 “a palla unica” non denunciate al competente Ufficio di Pubblica sicurezza.(06/11/2008)
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