A tavola i lombardi sprecano poco
Ma il 15% fa fatica a fare la spesa

I primi risultati del Progetto «Risparmia(ti) lo spreco»: solo l’1% afferma di gettare via quotidianamente o spesso prodotti acquistati e mai cucinati o consumati, il 13% qualche volta, il 57% raramente e il 29% non lo fa invece mai.

Sarà la crisi, sarà la giusta attenzione a comportamenti etici, fatto sta che a tavola i lombardi fanno molta attenzione. Da 1 a 10, da «Non sprechiamo niente» a «Sprechiamo troppo», come valutano le famiglie lombarde il loro rapporto con lo spreco alimentare dentro le mura domestiche? Adiconsum Lombardia, Cittadinanzattiva e Movimento Consumatori hanno dato risposta a questa domanda intervistando 2732 famiglie lombarde.

In media, le famiglie intervistate si collocano attorno al valore 3,5 che, tradotto in termini più semplici, significa: qualcosina si spreca, ma davvero poco! Questo è il dato più significativo dell’indagine condotta tra giugno e luglio dalle Associazioni per la tutela dei consumatori nell’ambito del progetto «Risparmia(ti) lo spreco» promosso da Regione Lombardia con il Patrocinio del Comitato scientifico di Expo 2015.

Lo scopo della ricerca è verificare come le famiglie lombarde prevengono gli sprechi alimentari e gestiscono le eccedenze alimentari dentro le mura domestiche. Dal punto di vista economico, il 15% delle famiglie dichiara di avere qualche difficoltà a soddisfare i propri bisogni (il 2% ha necessità di aiuti esterni), il 42% afferma che l’essenziale non manca, l’11,9% «sta bene». Solo il 5% fa la lista della spesa e compra solo quanto indicato, il 61% non trascura offerte ed occasioni, il 15% compra pure altro e il 19% non compila alcun promemoria prima di recarsi a fare acquisti.

Lo spreco di alimenti avviene soprattutto a tavola. Quotidianamente per il 2% degli intervistati, spesso per l’8%, qualche volta per il 39%, raramente per il 40%. L’11%, invece, afferma che a tavola non si registrano mai forme di spreco. Quali sono le principali cause di questo spreco: aver cucinato porzioni superiori al bisogno e la presenza di ospiti. Ragioni diverse, ma con la medesima matrice: si cucina più del necessario! Da non trascurare anche il secondo blocco di cause che potremmo definire dell’incertezza: gli orari di ritorno a casa differenziati e il numero variabile di coperti.

Che fine fanno questi avanzi? Prima di tutto, vengono riproposti in pasti successivi; poi, ma con valori decisamente inferiori, sono riutilizzati per cucinare altri piatti (classico esempio le polpette e i pasticci vari) oppure sono congelati. In assenza di queste tre opzioni principali, gli avanzi vengono gettati via.

Maggiore attenzione dichiarano le famiglie lombarde in tema di gestione della dispensa e del frigorifero. Solo l’1% afferma di gettare via quotidianamente o spesso prodotti acquistati e mai cucinati o consumati, il 13% qualche volta, il 57% raramente e il 29% dice di non buttare mai ciò che è stato comprato.

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