Cronaca / Valle Seriana
Sabato 19 Luglio 2014
A Storylab le vecchie elementari
costruite dal «mago» dei mattoni
Leffe ha giocato d’anticipo, e per supportare al meglio il progetto Storylab lanciato da L’Eco di Bergamo (e supportato dal tour de L’Eco café) ha avviato sin dalla scorsa primavera la raccolta di immagini storiche legate a luoghi e persone della comunità leffese.
Leffe ha giocato d’anticipo, e per supportare al meglio il progetto Storylab lanciato da L’Eco di Bergamo (e supportato dal tour de L’Eco café) ha avviato sin dalla scorsa primavera la raccolta di immagini storiche legate a luoghi e persone della comunità leffese.
Un’ampia carrellata di immagini, riprodotte su tela dalla Tessitura Fratelli Gelmi, è esposta nell’auditorium Pezzoli nell’ambito della mostra «Leffe si racconta» che ha anche uno scopo di solidarietà: le foto verranno infatti assegnate al miglior offerente al fine di raccogliere fondi a favore dell’associazione San Vincenzo de’ Paoli che in paese sostiene le famiglie bisognose. Lo spirito della mostra è in piena sintonia con il progetto Storylab, che intende ricostruire la storia della Bergamasca attraverso le immagini di famiglie, paesaggi (in alcuni casi perduti per sempre), feste, edifici storici, fabbriche. Il desk di Storylab sarà aperto a Leffe dalle 19 alle 23 sia oggi che domani. Le foto storiche presentate allo stand de L’Eco café verranno pubblicate su storylab.it e nei prossimi giorni selezionate per L’Eco. Allo stand sarà regalata una cartolina storica del paese.
Fra le prime foto caricate negli ultimi giorni ci sono quelle anni ‘60 relative alla «Corsa de Zerc» (la corsa dei cerchi, verrà riproposta il prossimo 2 agosto) e una panoramica che vede in primo piano il vecchio campo sportivo e soprattutto l’edificio delle scuole elementari, intitolate lo scorso anno al compianto cavalier Gianni Radici. Nell’area oggi hanno sede anche le scuole medie e la nuova sede del Museo del tessile «Martinelli Ginetto», inaugurata nel 2013.
L’edificio delle elementari venne costruito fra il 1939 e il 1940, su progetto dell’architetto Bergonzo, dall’impresa Pietro Mosconi. Si trattava di una dinastia che nei secoli fu attiva nel campo tessile, ma che allargò il suo raggio d’azione anche alla Marca di Ancona e a Foggia. Nel 1830 Santo Mosconi lanciò l’attività industriale dei laterizi. I leffesi si mostrarono maestri anche in questo settore, al punto che Piero, nel 1931 in Garfagnana, brevettò particolari «blocchetti per costruzioni edili antisismiche». Come riportato di recente nel volume «I Mosconi Loraz imprenditori di Leffe» di Giovanna Capoferri Mosconi, vantavano leggerezza, facile messa in opera, «potere di coibentazione e resistenza a eventuali scosse telluriche. Si potevano creare motivi decorativi e si abbattevano i costi di costruzione».
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