Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 21 Settembre 2015
Bus, supplizio per studenti e lavoratori
Cosa non funziona? Segnalateci i disagi
Pullman sovraffollati al punto che gli studenti restano a terra. La polemica sul bus privato che i genitori hanno provato a organizzare in alternativa al servizio pubblico. È iniziata un’altra settimana di passione per chi deve utilizzare il trasporto pubblico locale.
Da martedì L’Eco di Bergamo proporrà un’inchiesta per risalire alle radici del problema, che causa disagi gravi non solo agli studenti ma anche ai lavoratori che per spostarsi non voglio, o non possono, utilizzare l’auto.
Si parlerà anche del bus privato che i genitori avevano provato a organizzare per risolvere il problema ma che è stato bloccato per colpa di un esposto da parte di un’azienda di trasporto che ha sollevato il dubbio di una «concorrenza sleale».
Ci sono poi gli abbonamenti, cari al punto che alcune famiglie non riescono a permetterselo, ci sono studenti e lavoratori che per raggiungere la loro destinazione devono prendere anche tre mezzi diversi. Poi il caos delle tariffe, che non sono un esempio di chiarezza.
Segnalateci le vostre difficoltà, fateci avere fotografie e video che documentino quello che sperimentate ogni giorno durante i vostri viaggi. Potete intervenire nel dibattito scrivendo nello spazio dedicato ai commenti, oppure inviare il vostro materiale a [email protected] .
Un nostro lettore ha già inviato un suggerimento per ovviare al problema del sovraffollamento in alcuni orari: «Da quanto mi risulta ognuno fa le sue scelte come se vivesse nel proprio mondo: le scuole, in primis, che modificando gli orari impattano pesantemente sul trasporto. Su questo punto sarebbe auspicabile (benchè utopistico) che si potesse arrivare a degli orari diversi di inizio e fine lezione. Basterebbero solo 15 minuti per risolvere gran parte dei problemi di sovraffollamento delle linee di trasporto. Basterebbe che alcune scuole iniziassero alle 8, altre alle 8.15 ed altre alle 8.30: sarebbe una cosa, tutto sommato banale, ma che alleggerirebbe l’impatto su tutta l’infrastruttura di trasporto in modo sistematico e strutturale».
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