Investì un pedone uccidendolo
62enne condannato a 8 mesi

È stato urtato da una jeep e, a causa delle pessime condizioni della strada per via della neve, prima ha fatto un violento testacoda, quindi è finito sul marciapiede travolgendo e uccidendo Michele Bonacina, operaio metalmeccanico di 26 anni di Costa di Mezzate. Ora, per quell’incidente A. B., sessantaduenne di Bolgare, difeso dagli avvocati Luciano Pezzotta e Luca Veronelli, ha patteggiato otto mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Il giudice dell’udienza preliminare Bianca Maria Bianchi gli ha anche sospeso la patente di guida per un anno. Il tragico incidente risale al 7 gennaio di quest’anno, a Costa di Mezzate. Bonacina, proprio a causa della nevicata, aveva deciso di raggiungere il posto di lavoro, l’azienda Zero Tre srl, a piedi, per non correre il rischio di avere un incidente con l’auto: poco prima delle 7 del mattino stava quindi percorrendo la provinciale che collega Costa di Mezzate a Bolgare, e che in quel tratto prende il nome di via Leonardo da Vinci.

A un certo punto da una laterale si è immesso il furgone Fiat Doblò condotto dal sessantaduenne, un volontario che stava accompagnando una donna in una struttura sanitaria; contemporaneamente, lungo via da Vinci arrivava una jeep condotta da un trentaseienne di Torre de Roveri, che non era riuscito a evitare l’impatto col furgone. Un urto non particolarmente forte ma che, viste le condizioni della strada, aveva fatto perdere il controllo del mezzo al sessantaduenne.

Il Doblò aveva quindi cominciato a carambolare lungo la carreggiata, slittando verso il marciapiede su cui stava camminando Michele Bonacina. Il giovane non era riuscito a schivare il furgone impazzito – salito sul marciapiede proprio grazie a uno scivolo creato dalla neve accumulata –, ed era stato travolto, quindi il furgone si era schiantato contro un cancello. Le condizioni dell’operaio erano apparse molto gravi fin da subito e il giovane, privo di conoscenza, era stato portato agli Ospedali Riuniti di Bergamo: purtroppo quattro ore più tardi era morto.

Sul posto per i rilievi di legge era intervenuta la polizia stradale, che aveva trasmesso poi quanto raccolto alla Procura: sul registro degli indagati era finito il sessantaduenne, accusato di omicidio colposo. L’urto subito da parte della jeep infatti non era stato, secondo gli inquirenti, tanto forte da giustificare il testacoda successivo e quindi l’impatto contro il pedone; invece erano state evidenziate le pessime condizioni della strada. In attesa dell’udienza l’assicurazione dell’uomo aveva già risarcito il danno ai familiari della giovane vittima, alleggerendo in questo modo la posizione giudiziaria dell’autista sessantaduenne.

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