La giustizia tributaria boccia
il Consorzio: «Bonifica? Lo provi»

Se il Consorzio di bonifica non prova che una proprietà trae vantaggio diretto e specifico dalle sue opere di regimazione idraulica, il titolare di tale proprietà non è tenuto a pagare il tributo. È questo il succo del ragionamento che ha portato la commissione tributaria regionale di Brescia ad accogliere il ricorso dell'avvocato Pilade Frattini, che aveva impugnato il pagamento della cartella esattoriale.

È un duello che dura da tempo, quello tra uno dei legali più noti della città e l'ente presieduto dall'esponente del Pdl Marcello Moro. Già nel 2006 la Cassazione aveva dichiarato ingiustificato il «conto» che nel '98 il Consorzio aveva presentato all'avvocato Frattini, accogliendo la tesi del professionista: e cioè quella secondo cui non era obbligato a pagare perché i suoi immobili di via Pradello, via Verdi e piazza Cavour, essendo a monte dei due canali artificiali (Scaricatore Roggia Serio e Canale di Gronda Sud) realizzati per evitare allagamenti, non traevano beneficio diretto dalle opere del Consorzio.

Dal 2002, dopo che la Regione ha approvato il piano di classifica con cui vengono definite le zone e determinate le tariffe, i contenziosi sono passati alla commissioni tributarie, che hanno quasi sempre respinto i ricorsi degli utenti.

«Si tratta di una pronuncia di assoluto interesse, se solo si consideri che anche altre perizie svoltesi in precedenti giudizi davanti all'autorità giurisdizionale ordinaria e aventi ad oggetto altri immobili posti in città avevano appurato che gli stessi non beneficiano direttamente delle opere del Consorzio di bonifica – spiega l'avvocato Lorenzo Righi, dello studio Frattini – perché pure essi posti a monte dei canali artificiali. Va osservato che molti cittadini hanno però continuato a pagare - a questo punto, si potrebbe dire ingiustamente - questo tributo, sia per i complessi risvolti giuridici della vicenda sia perché tutto sommato si tratta, nella maggioranza dei casi, di una cifra modesta».

Meglio insomma versare poche decine di euro che avventurarsi in cause dall'esito incerto e col rischio di sobbarcarsi onorari per legali e perizie non alla portata di tutte le tasche. «Ma questa sentenza apre certamente nuovi scenari», conclude l'avvocato Righi.

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