Riuniti: un braccialetto elettronico
per riconoscere mamma e neonato

In occasione della Settimana mondiale dell’allattamento al seno, gli Ospedali Riuniti presentano due progetti: l’avvio del percorso di accreditamento per Ospedale Amico dei bambini con l’Unicef e la sperimentazione del braccialetto elettronico per identificare mamma e figlio.

Si svolge dall’1 al 7 ottobre, la Settimana mondiale dell’allattamento al seno promossa dal World World Alliance for Breastfeeding Action (Waba), cui tradizionalmente gli Ospedali Riuniti aderiscono con iniziative per sensibilizzare sull’importanza dell’allattamento e sulla necessità che tutti si facciano promotori d’iniziative per facilitare questa pratica assolutamente naturale, ma non per questo scontata, nonché per sostenere le mamme.

«Nel 2009, anno in cui si celebra il ventennale della Convenzione dei diritti del bambino e in cui stiamo lavorando per migliorare la nostra organizzazione in vista del nuovo ospedale – spiega il direttore sanitario Claudio Sileo -, abbiamo deciso di avviare con l’Unicef Bergamo il percorso di accreditamento per diventare ospedale Amico dei bambini. Si tratta di un percorso molto rigoroso, che deve partire necessariamente dall’assunzione di un impegno formale da parte della Direzione dell’ospedale. Questo è infatti il primo dei Dieci Passi che l’Unicef chiede di compiere agli ospedali per potersi definire Amici dei bambini. Per tutti gli altri sarà fondamentale il contributo di chi opera nell’area materno infantile, dai medici ginecologi e neonatologi alle ostetriche e a tutto il personale infermieristico».

«Il percorso per diventare “Ospedale Amico dei Bambini” - spiega Ermanna Vezzoli, presidente del Comitato Unicef Bergamo - richiede la conquista da parte di tutto il personale di una mentalità che pone al centro della propria attenzione la coppia mamma-bambino, i padri, la famiglia intorno a loro, nel segno della concreta applicazione dei diritti dell’infanzia promossi dall’Unicef. Il percorso è molto complesso, tant’è che in Lombardia solo l’Ospedale di Erba ha ottenuto questo riconoscimento, e prevede, oltre all’assunzione da parte della Direzione aziendale di un impegno formale di perseguire l’obiettivo, anche il coinvolgimento dei Responsabili di Dipartimento Materno-Infantile, delle Unità di Pediatria e Ostetricia dell’ospedale interessato, nonché dei responsabili dei Servizi territoriali pertinenti. Si procede poi ad un’nalisi dello stato dell’arte dell’offerta assistenziale dell’Ospedale e del Territorio di riferimento relativamente agli standard Oms-Unicef, avvalendosi degli strumenti di autovalutazione messi a disposizione dal Comitato Italiano per l’Unicef».

Una seconda iniziativa che tocca da vicino l'area materno infantile dei Riuniti è quella del braccialetto elettronico, che consente il riconoscimento di madre e figlio. «Entro la fine di quest'anno – spiega ancora Sileo - i nostri sistemi informativi sperimenteranno nell’area ostetrica neonatale su un certo numero di degenti alcuni dispositivi, in modo da testarli prima dell'adozione definitiva, nel nuovo ospedale. Il progetto rientra in un discorso più ampio che ha già visto partire analoghe iniziative in Ematologia per il day hospitale e a breve per la degenza, in particolare per la sicurezza delle tradfuzioni. Questi braccialetti sono un’evoluzione del braccialetto con codice a barre che verrà utilizzato per tutti i degenti nel nuovo ospedale. In alcuni reparti particolari oltre al codice verrà inserito un chip RFID – lo stesso del telepass - che, letto da un dispositivo portatile, consente agli operatori di verificare l'identità del paziente e la corretta somministrazione di farmaci, di sacche di sangue o, come in questo caso, il match tra madre e neonato».

Per quanto riguarda le iniziative specifiche in corso a sostegno dell’allattamento, la capo ostetrica Bruna Pasini ha presentato un opuscolo informativo realizzato in occasione della Settimana dell’allattamento con le caposala della Patologia neonatale che presenta le principali indicazioni per le partorienti che desiderano allattare e per le neomamme.

«Sarà possibile avere anche un contatto diretto con le nostre ostetriche tutti i venerdì dalle 14 alle 16, per coloro che desiderano un supporto. Sappiamo infatti che la permanenza in ospedale è breve e che eventuali difficoltà si manifestano dopo la dimissione». In quest’ottica sono indicati anche i recapiti dei consultori presenti su tutto il territorio provinciale.

Un altro servizio offerto dagli Ospedali Riuniti riguarda l’informazione sull’uso dei farmaci in gravidanza e allattamento, attivato dal Centro Antiveleni in collaborazione con l’Istituto Mario Negri di Milano. Al numero verde 800.883300 viene fornita una consulenza gratuita 24 ore su 24.

Infine la presidente del gruppo ristoratori di Ascom, Bergamo, Petronilla Frosio, lancia un messaggio e un appello di accoglienza verso le mamme che allattano, che non devono rinunciare a una normale vita sociale: «Da sempre i nostri ristoratori hanno particolare attenzione verso le famiglie, come mostra l’iniziativa promossa dal nostro Gruppo, in collaborazione con il coordinamento dei pizzaioli, dal nome “Bimbi a sbafo” che per tre mesi ha offerto un menù bambino gratuito, riportando le famiglie nei nostri ristoranti. La stessa attenzione è prestata alle mamme e ai neonati, che tutti i ristoratori hanno assicurato di accogliere con ancora più riguardo. Certo non tutti i nostri ristoranti, hanno, principalmente per motivi di spazio e strutturali, una sala dedicata alle mamme o, un fasciatoio: ma nonostante ciò, garantiamo la massima attenzione alle mamme e ai più piccoli».

«Ringraziamo tutti i ristoratori Ascom – ha concluso Sileo - che hanno voluto, ospitando questa nostra conferenza stampa, mandare un segnale di disponibilità e di accoglienza alle famiglie e alle mamme che allattano. L’idea di coinvolgerli ci è venuta per un fatto di cronaca che ha coinvolto un nostro medico in un hotel del Trentino. Al di là dell’episodio in sé, su cui non vorremmo ritornare, ci è sembrato importante dare un messaggio sul fatto che alle neomamme non dev’essere preclusa alcuna possibilità di una vita sociale normale e in questo abbiamo trovato degli ottimi alleati nei ristoratori bergamaschi associati ad Ascom».

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