Badanti, solo 7.547 regolarizzazioni
Bergamo quinta nella classifica lombarda

Regolarizzazione della badanti al di sotto delle aspettative nella Bergamasca. Le previsioni parlavano di 15 mila procedure, ma il Viminale ha fornito i dati ufficiali della Bergamasca dopo un mese di pratiche di regolarizzazione e il numero si ferma a 7.547 richieste.

Nello specifico i sindacati locali hanno fornito questi numeri: 1.300 pratiche effettuate agli sportelli della Cgil, 2.200 alla Cisl e 235 alla Uil, per un totale di 3.735 richieste alle quali devono essere sommate le pratiche effettuate dagli uffici privati.

Le organizzazioni sindacali e numerosi sportelli privati a Bergamo dall'1 settembre, e fino al 30, hanno infatti offerto consulenza per la procedura. Con i dati forniti dal Viminale la Bergamasca è, nella classifica lombarda, quinta per richieste di regolarizzazioni.

«Un bilancio vero e proprio – dichiara Mimma Pelleriti, della segreteria Cisl di Bergamo - andrà fatto solo nei prossimi giorni, ma già ora possiamo affermare che il risultato è stato inferiore alle attese: le 2000 domande che la CISL ha raccolto sono molto meno di quanto si potesse aspettare, considerando che la popolazione interessata è di circa 13 mila persone. Naturalmente, come sempre abbiamo sostenuto, con una normativa diversa, diverso sarebbe stato il risultato. Questa legge, che nelle intenzioni voleva combattere l’emersione dal nero, non l’ha di certo favorita, fallendo i propri obiettivi, limitando a due sole categorie la possibilità di regolarizzarsi e, inoltre, ponendo paletti assurdi (il limite delle 20 ore) che hanno solo reso più difficile l’avvicinamento di più persone alla compilazione della pratica. Per arrivare a un serio processo di legalizzazione - continua la rappresentante della Cisl -, inoltre, abbiamo la necessità di ripensare alla legge sull’immigrazione, perché la rigidità di queste norme, che obbliga a aspettare la pubblicazione dei flussi o peggio ancora una sanatoria per regolarizzare la mia posizione, non fanno altro che promuovere l’illegalità».

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