Durante la prima giornata della seconda Conferenza nazionale sull'immigrazione intitolata «Tra identità e pluralismo culturale» all'Università Cattolica di Milano, sono emersi dati che interessano anche il territorio bergamasco. I processi di stabilizzazione che caratterizzano il fenomeno migratorio portano ad un'accresciuta domanda di casa da parte delle famiglie straniere.
Le case acquistate dagli immigrati nelle città lombarde sono situate in periferia (54%), dove i mercati immobiliari sono meno onerosi. Sono di solito in cattivo stato di conservazione. E nella maggior parte dei casi sul territorio lombardo non superano i 70-80 metri quadrati di superficie. La provincia di Bergamo in questo fa eccezione: aumenta il numero di extracomunitari che acquista immobili più grandi. Sempre appartamenti in periferia e usati, ma grandi fino a 100 metri quadrati. Questa eccezione non è spiegata. In questi anni c'è anche una significativa crescita della presenza di immigrati negli alloggi Erp, edilizia residenziale pubblica. Fra i casi più evidenti è quello della Bergamasca dove la presenza di cittadini extracomunitari in case popolari è cresciuta dal 2001 al 2006 del 586, 2% in termini assoluti (passando dal 6% al 12, 9%) . Gli inquilini extracomunitari Erp sono 2.038. Il 44% degli immigrati abita con la propria famiglia. Le coabitazioni con amici e parenti sfiorano il 30% mentre le condivisioni di abitazioni con altre persone si attestano sul 17%.
Gli immigrati residenti nella Bergamasca sono 83.477 (dati dello scorso anno), l'8,3% di stranieri sui totali residenti. Quelli iscritti alle liste di collocamento sono 5.692 su un totale di iscritti di 33.111. Le vertenze sindacali avviati da lavoratori extracomunitari sempre in terra bergamasca (l'anno scorso) sono 413, a fronte delle 1.215 del Bresciano, mentre non ci sono dati per il Milanese. Gli immigrati iscritti al Ssn (Servizio sanitario nazionale) a Bergamo sono 89.153, il quarto numero più grande in Italia dopo Firenze, Milano e Brescia. I soggiorni temporanei rilasciati lo scorso anno sono 363. Mentre le richieste di asilo ricevute dalla questura, 75. Bergamo è anche tra le 15 province italiane con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana. Si colloca al sesto posto, dopo Milano (53.398, il totale di tutti i gradi di scuola), Roma (45.879), Torino (28.021), Brescia (23.461), Treviso (16.203). Il totale degli alunni nella Bergamasca è di 16.121. Seguono Vicenza, Firenze, Verona, Bologna, Modena, Padova, Perugia, Genova e Reggio Emilia. Da noi sono 108 le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri. E in questo ci collochiamo all'ottavo posto, dopo ovviamente Milano, e poi Brescia, Roma, Perugia, Treviso, Mantova e Torino. Nel Mezzogiorno la quota di lavoratori immigrati in possesso di un titolo di laurea è pari all'8%, a fronte del 13% del Nord. E chi va all'università, predilige come facoltà, medicina, e poi scienze umanistiche.
Tornando al lavoro, crescono le imprese degli stranieri a ritmo sostenuto, in controtendenza rispetto a quelle italiane dell'anno precedente: la crescita è stata del 7,4 per cento (dati nazionali) a fronte di una lieve contrazione delle imprese a titolarità italiana. Principalmente sono collocate nel Centro Nord.
La Bergamasca si colloca in questo al quindicesimo posto. Seguono Modena, Caserta, Genova. Veniamo prima persino della «cinese» Prato. Le imprese orobiche con titolare straniero rappresentano il 38,1% nel settore costruzioni, il 20,2% nel commercio al dettaglio, il 6,9% nel commercio all'ingrosso, il 5,9 % nei trasporti e il 5,3% nei comparti immobiliari ed informatica, settori poco gettonati nelle altre città del Belpaese.
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