Un Tribunale che rende ogni anno di più e una provincia che litiga molto meno, o, più probabilmente, un inaspettato effetto della crisi economica che ha tolto a molti la «voglia», visti i relativi costi da affrontare, di impegnarsi in una causa giudiziaria. Ma c'è un aspetto drammatico: sono in forte aumento i pignoramenti a fronte dei mancati pagamenti di debiti. E anche questo è un effetto della crisi. A disegnare questo quadro sono i dati sui procedimenti civili del Tribunale di Bergamo relativi al biennio 2007-2008 e al primo semestre di quest'anno, che testimoniano un calo deciso delle cause (meno 11 per cento) e un aumento dei fascicoli definiti, e quindi chiusi, di quasi il 19 per cento.
«Paradossalmente una parte del merito di questa situazione – ha ipotizzato infatti anche Ezio Siniscalchi, presidente proprio dai primi mesi del 2009 del Tribunale di Bergamo – potrebbe essere attribuita agli effetti della crisi economica. Mi spiego: potremmo scoprire, andando a controllare i dati nel dettaglio, che a diminuire così drasticamente sono state quelle cause per così dire minori, in cui il cittadino, raffrontati i costi da sostenere e gli eventuali benefici, ha preferito rinunciare». Una conferma in questo senso viene anche dai dati relativi ai decreti ingiuntivi che sono invece in aumento: si tratta in sostanza di tutti quei casi in cui un creditore, molto spesso una banca, non riuscendo a riscuotere le proprie spettanze si rivolge al Tribunale presentando appunto una richiesta di ingiunzione. La cancelleria registra le richieste, crea un fascicolo e lo passa al giudice, che se tutto è in regola provvede: poi si passa alla fase di registrazione. A Bergamo, contrariamente ad altre realtà, come ad esempio Milano dove la tempistica arriva anche ad alcuni mesi, l'intera procedura richiede circa una settimana: «Il numero dei decreti ingiuntivi è in costante aumento, ma noi cerchiamo di smaltirli in fretta. Tra l'altro questo rallenta il procedimento di telematizzazione dei decreti stessi: siamo così veloci a farli in modo cartaceo che non se ne sente una particolare esigenza», ha evidenziato il presidente Siniscalchi. Il trend in crescita è confermato dai numeri.
Entrando nel dettaglio nel 2007, il totale è di 4.748 decreti ingiuntivi. Un anno dopo, a fine 2008, il registro dei decreti ingiuntivi ha segnato un picco di quasi il 19 per cento di aumento, arrivando a quota 5.636: al 16 settembre 2009 la cifra registrata è già di 4.372, con un ulteriore aumento del 4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008 e senza considerare un'altra cinquantina di decreti non ancora registrati nella sola giornata del 17 settembre. Si tratta di un altro segnale importante del livello raggiunto dalla crisi economica, visto che il passo successivo al decreto, se non dovesse arrivare il pagamento, è il pignoramento. Quale che sia comunque la ragione, le tabelle con i dati dei processi cosiddetti di cognizione ordinaria evidenziano il buon andamento del Tribunale e il calo delle nuove cause. Il primo segnale positivo è proprio quello dello smaltimento dell'arretrato, e cioè del carico di fascicoli pendenti che i giudici si suddividono. Se è vero infatti che il 2007 è stato un anno nero, che vedeva all'inizio una pendenza di 7.584 fascicoli e dopo dodici mesi di 8.579, con un incremento dell'arretrato di oltre il 13 per cento, il 2008 ha segnato subito una svolta positiva, annullando quella crescita e segnando invece un leggero calo dell'1,7 per cento, fino a quota 8.433 fascicoli. «L'impegno dimostrato dai colleghi giudici è certo la prima causa di questo calo – ha commentato il presidente Siniscalchi –. Non solo. Va considerato anche un probabile calo delle opposizioni ai decreti ingiuntivi e sicuramente la diminuzione dei nuovi procedimenti aperti ha consentito anche di dedicarsi allo smaltimento dell'arretrato accumulato negli anni passati. In più attualmente siamo quasi a pieno organico come giudici (cinque nuovi magistrati sono arrivato solo una settimana fa, ndr), anche se permane la carenza del personale».
In effetti i nuovi procedimenti iscritti dal 2007 al 2008 sono scesi dell'11,44 per cento, e confrontando le nuove iscrizioni al primo semestre 2007 con quelle dello stesso periodo di quest'anno il crollo diventa di oltre il 25 per cento. Di contro i fascicoli chiusi sono aumentati del 18,84 per cento nel biennio 2007-2008: un segnale molto positivo, rafforzato dal fatto che al 30 giugno 2009 erano già stato smaltito l'85 per cento dei nuovi procedimenti arrivati. Conclude Siniscalchi: «Dopo i buoni risultati a livello di attività giudiziaria evidenziati dalla recente ispezione ministeriale, cominceremo presto delle consultazioni per riorganizzare il tutto».
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