I sacramentini sulla vicenda Impastato
«La biblioteca torni ad essergli dedicata»

Non c'è più la targa dedicata a Peppino Impastato, ma nella notte tra giovedì e venerdì qualcuno ha appeso fuori dalla biblioteca di Ponteranica un volantino con l'effige della vittima della mafia e la scritta: «A Peppino Impastato assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Il Comune di Ponteranica rifiuta il suo contributo di idee ed esperienza nella lotta contro il dominio mafioso e per il rinnovamento della società».

La targa era stata rimossa giovedì dal sindaco leghista Cristiano Aldegani che vuole intitolare la biblioteca al sacerdote sacramentino Giancarlo Baggi «per valorizzare personalità locali». La decisione ha scatenato molte reazioni indignate.

Nella vicenda è intervenute anche la Congregazione del SS. Sacramento. In un comunicato stampa,si fa sapere che «in relazione agli articoli pubblicati dalla stampa sulla decisione di dedicare la biblioteca del Comune di Ponteranica a un religioso sacramentino rimuovendo la targa di Peppino Impastato, P. Santi Rizieri, Superiore Provinciale della Provincia Italiana dei Padri Sacramentini, precisa che - questa decisione è stata presa in assoluta autonomia dall’Amministrazione di Ponteranica e i religiosi sacramentini ne sono venuti a conoscenza solamente dopo che la delibera in questione era già stata approvata; - la Comunità dei Padri Sacramentini riconosce e stima l’operato che contraddistinse il lavoro di padre Giancarlo Baggi, ma non può approvare che la memoria di un confratello sia usata in una logica di contrapposizione e di divisione, tanto più se questa contrapposizione riguarda un testimone di giustizia come Peppino Impastato, ucciso per il suo impegno civile. I religiosi sacramentini auspicano dunque che la biblioteca comunale torni ad essere dedicata a Peppino Impastato, fiduciosi che l’Amministrazione comunale riuscirà a trovare soluzioni alternative per ricordare l’opera di padre Baggi».

Anche il parlamentare bergamasco dell'Italia dei Valori, Sergio Piffari è intervenuto nella vicenda: «La rimozione della targa in memoria di Peppino Impastato è un gesto incomprensibile e dimostra scarsissimo senso civico e sensibilità umana. Per combattere la criminalità non basta solo reprimere ma occorre educare alla legalità. Evidentemente il primo cittadino di Ponteranica ignora quel percorso culturale, fatto di incontri e dibattiti nelle scuole, che ha portato a quella targa. La figura di padre Giancarlo Baggi e il suo inestimabile contributo per la nostra comunità non può e non deve essere paragonata a quella di Impastato, personalità diverse ma unite nel loro impegno civico e solidale. Stento a credere che un’amministrazione capace non trovi altri spazi idonei».

«Da educatore trovo avvilente la presa di posizione del primo cittadino di Ponteranica – ha dichiarato l’arch. Pino Santoro, coordinatore provinciale dell’IDV di Bergamo, che aggiunge - non credo che ricordare padre Giancarlo Baggi debba andare a scapito di altre figure altrettanto meritevoli di essere ricordate. Farne una questione geografica o di “notorietà” la trovo un’offesa all’intelligenza di tutta la comunità. Mi spiace leggere il commento “politico” del sindaco leghista – conclude Santoro – circa lo stare all’opposizione e di “essere dall’altra parte della barricata”, ma quando si parla di lotta alla mafia chi rappresenta le Istituzioni ha solo il dovere di stare dalla parte di Peppino Impastato».

Giovanni Russo Spena, responsabile nazionale legalità Prc-Se ha diffuso un comunicato stama in cui si legge: «La rimozione della targa che intitolava la biblioteca di Ponteraica a Peppino Impastato da parte del sindaco leghista Cristiano Aldegani è un atto di inciviltà democratica ma anche di incultura istituzionale. Ricordo al sindaco Aldegani che la mia relazione in commissione antimafia sull’uccisione di Impastato da parte di un sistema di relazioni che comprendeva mafia, amministrazioni locali e politica fu approvata all’unanimità dei parlamentari. Evidentemente, però, il nome Impastato e la sua vicenda danno ancora fastidio a tutti coloro che di fatto negano la relazione tra mafia e politica. E in questo governo sono tanti. Il che è tanto più grave nel momento in cui sono aperte importanti inchieste sui mandanti delle stragi di mafia».

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