Il progetto di ristrutturazione e ampliamento dell’Accademia Carrara si farà, ma solo a metà. Continua il restauro del palazzo ottocentesco che ospita la pinacoteca, cominciato nell’ottobre 2008, ma viene sospesa la realizzazione del nuovo padiglione sotterraneo, la cosiddetta sala ipogea: oltre mille metri quadrati che avrebbero dovuto ospitare parte dei quadri della Carrara ed esposizioni non permanenti.
Ad annunciare la novità è il Credito bergamasco, che nel settembre 2008 aveva firmato una convenzione con l’amministrazione Bruni. In base al testo, il Comune stanziava cinque milioni di euro per il restauro della pinacoteca ed il Creberg si faceva invece carico della realizzazione del nuovo padiglione, spendendo altri cinque milioni per una struttura sotterranea che avrebbe dovuto essere fatta di linee essenziali e contemporanee, grazie all’utilizzo di vetrate e proiezioni luminose.
I due cantieri dovevano cominciare in contemporanea, ma mentre i lavori a carico del Comune sono partiti, quelli a cura del Creberg non hanno avuto modo di procedere. «I due cantieri di fatto non possono lavorare insieme - spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Alessio Saltarelli –, non ci sono gli spazi adatti e si pesterebbero i piedi l’un l’altro. L’area dove si dovrebbe scavare per fare la sala ipogea, che sarebbe l’attuale giardino dell’Accademia di belle arti, serve a chi sta già lavorando per scaricare i detriti, che altrimenti non si saprebbe dove mettere».
Così, dopo un incontro chiarificatore con la nuova Giunta comunale, il Creberg ha deciso di sospendere il proprio progetto, anche e soprattutto per evitare che l’Accademia Carrara rimanga chiusa al pubblico per troppo tempo. Se si dovesse attendere la conclusione dei lavori del primo cantiere per partire con quelli del secondo si rischierebbe, infatti, una chiusura di quasi cinque anni, a fronte dei due che sono stati prospettati a inizio lavori.
Ora resta da vedere quali soluzioni alternative riusciranno a individuare i rappresentanti del Comune e quelli della Fondazione Creberg, perché entrambe le parti affermano comunque il loro interesse alla collaborazione.
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