Influenza, a Bergamo 71 casi
E servono 400mila vaccini

Potrebbero servire fino a 400 mila vaccini per scongiurare l’influenza A/N1H1 in Bergamasca. «Il primo step del piano vaccinale del ministero della Salute – conferma infatti Giuseppe Imbalzano, direttore sanitario dell’Asl di Bergamo – prevede di intervenire su almeno il 40% della popolazione mettendo a disposizione in tutto 8 milioni di dosi. Così sarà anche per la Bergamasca». Si tratterà di una prima fase di vaccinazioni che prenderà il via a partire dal 15 novembre e che riguarderà innanzitutto il personale ospedaliero, ma anche le forze dell’ordine e il 118. Persone il cui lavoro mette maggiormente in situazioni di rischio e che soprattutto in una eventuale epidemia risulteranno preziose per offrire gli adeguati soccorsi.

«In una seconda fase – prosegue Imbalzano –, a partire dal 31 gennaio, verranno somministrati nuovi vaccini invece per costruire nelle persone più sensibili la memoria delle difese. In questo caso si tratta soprattutto della fascia più giovane: gli under 30». Sembrerebbe infatti che il virus N1H1 non si sia più manifestato negli ultimi 30 anni appunto e che mentre i più anziani hanno sviluppato delle difese, i più giovani possano essere i più soggetti a contrarlo. Sempre stando ai casi registrati fino a oggi poi sarebbero soprattutto i giovani a presentare alcune complicanze che colpiscono i polmoni. Ma niente allarmismi, confermano dall’Asl di Bergamo, almeno stando ai dati finora disponibili.

«Restiamo ai fatti e alla situazione attuale – osserva infatti Imbalzano –. In Bergamasca abbiamo registrato a oggi 71 casi, di cui 16 confermati e 55 valutati positivi clinicamente. Sono tutti guariti e in Italia non abbiamo avuto nessun decesso». Numeri dunque circoscritti. «Alcune previsioni avanzate fino ad oggi non si sono rivelate realistiche – osserva Imbalzano –: penso per esempio al ministro della Salute inglese che aveva previsto 100 mila casi al giorno e così non è stato. Certo non è prevedibile quello che succederà nei prossimi mesi e non dobbiamo abbassare la guardia ma le indicazioni date dal nostro ministero della Salute su come intervenire hanno dato buoni frutti».

Va però tenuto conto che è noto il numero di malati, ma non di persone che hanno magari contratto il virus che non si è ancora manifestato. «Ci stiamo attrezzando per le vaccinazioni dell’influenza stagionale ma anche per quella di tipo A – dichiara infatti Imbalzano –. Serviranno vaccini per il 40% della popolazione anche in Bergamasca e seguiremo le procedure indicate dal ministero. Ci saranno due fasi di vaccinazione: a metà novembre e a fine gennaio. Saranno necessarie due dosi per ogni paziente prese a distanza di un mese l’una dall’altra. Per il momento sembrerebbe che i più colpiti siano i soggetti già immunodepressi, ma anche le donne incinte, i diabetici e gli obesi. Non sarà possibile vaccinare tutti perché serve tempo per produrre il vaccino e anche chi è vaccinato deve considerare che i tempi di azione si aggirano intorno alle sei settimane prima di essere realmente efficaci».

Sul fronte scuola, allarme rientrato e inizio regolare delle lezioni senza particolari allarmisti. Per l’Asl di Bergamo sarà importante piuttosto valutare caso per caso eventuali situazioni anomale che dovessero verificarsi in alcuni istituti con un numero considerevole di contagi.

Anche le strutture sanitarie bergamasche si stanno ulteriormente attrezzando per rispondere a una eventuale epidemia della nuova influenza. In particolare la Regione Lombardia ha previsto di dotare 14 ospedali dei dispositivi extra corporeal membrane oxygenation, un’apparecchiatura che permette ai pazienti di respirare anche con i polmoni fuorigioco e di essere trasportati da una rianimazione all’altra in caso di necessità. Per Bergamo l’apparecchiatura potrebbe sopraggiungere ai Riuniti che sono comunque pronti a simili evenienze.

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