Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 24 Agosto 2009
I chirurghi dei Riuniti in missione
in Mongolia per operare i bambini
Dal 4 settembre il primario di Chirurgia pediatrica, due chirurghi plastici e un anestesista saranno impegnati in sala operatoria per trattare le malformazioni congenite e gli esiti da ustioni dei piccoli ricoverati all’ospedale di Arvayheer, in Mongolia.
Arriverà in Mongolia il 4 settembre la delegazione di medici degli Ospedali Riuniti che per una settimana eseguirà interventi, soprattutto pediatrici, all’ospedale di Arvayheer. Si tratta della prima missione medica dopo i contatti avuti nei mesi scorsi in vista di un futuro gemellaggio tra le due strutture sanitarie, sul modello di
quanto già avvenuto con l’Uzbekistan, sotto l’egida della regione
Lombardia. Con Maurizio Migliori della Direzione Medica partiranno il primario di Chirurgia pediatrica Daniele Alberti, i chirurghi plastici Marcello Carminati e Luca Ortelli, l’anestesista Bruno Carrara e Michele Andreoletti dell’Ingegneria clinica, che compirà una ricognizione sulle apparecchiature in uso.
Per una settimana si occuperanno di malformazioni congenite e di ridurre gli esiti di ustioni, molto frequenti tra i bambini della zona a causa dell’utilizzo di stufe per il riscaldamento, ma anche dell’addestramento del personale sanitario locale. «Eseguiranno interventi che non richiedono poi il ricovero in Terapia Intensiva, perché la struttura sanitaria ne è priva, nonostante l’ospedale sia il centro di riferimento della regione dell’Uwrkhangay, dove vivono circa 360 mila persone. La struttura conta 200 posti letto e ha attivi tutti i reparti di base, dall’Ostetricia al Pronto Soccorso, ma le condizioni in cui medici e infermieri si trovano ad operare sono molto diverse da quelle della realtà italiana», spiega il direttore amministrativo Gianpietro Benigni, che ad Arvayheer incontrerà la delegazione dei Riuniti, trovandosi in Mongolia in veste privata nello stesso periodo, e presenzierà agli incontri con le autorità locali.
Oltre all’attività strettamente clinica infatti il programma del soggiorno prevede contatti con l’Assessore regionale alla Sanità per predisporre quello che dovrebbe essere, nei prossimi due anni, un vero e proprio gemellaggio sotto l’egida della Regione Lombardia.
Questa missione s’inserisce in un percorso avviato dall’Wopsec,
associazione che raduna i chirurghi pediatrici a livello mondiale e che ha già intessuto rapporti di collaborazione con le autorità locali. I primi contatti sono scaturiti grazie a padre Ernesto Viscardi, missionario bergamasco della Consolata di Torino attualmente con altri confratelli in Mongolia. Grazie a Wopsec altre équipe hanno già portato il loro contributo: da alcuni sanitari francesi ai rappresentanti dell’ospedale di Treviso, che tornerà sul posto anche il prossimo ottobre e che ha apprezzato il coinvolgimento dei Riuniti per garantire una certa continuità alle missioni umanitarie.
La delegazione bergamasca porterà con sé 60 chilogrammi di materiale tra indumenti, presidi e attrezzi chirurgici, parte dei quali sono stati donati da alcune aziende che operano nel settore. Nell’ambito del trasferimento nel nuovo ospedale, e della conseguente dismissione di alcune apparecchiature che saranno rinnovate, l’ospedale in Mongolia è tra le strutture che potrebbero ricevere parte della tecnologia dismessa.
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