Cronaca
Giovedì 20 Agosto 2009
Pioggia, caldo, luna:
ma soprattutto conta il «naso»
Non serve scomodare gli esperti del tempo, per sapere che l'evoluzione climatica di una stagione è fondamentale per le fortune del fungo: fra successi clamorosi e brusche delusioni, ogni fungaiolo si è costruito «sul campo» un ampio bagaglio di esperienze in proposito. La giusta «culla» del fungo sta in un clima regolare, con una corretta distribuzione di precipitazioni durante l'anno, senza eccessi nelle temperature e nel soleggiamento, con equilibrio anche nei vari venti prevalenti. I porcini che stanno uscendo in questi giorni in quota nella Bergamasca, hanno amici e nemici, vediamo quali.
LA NEVE
La fortuna dei funghi non insegue solo le lune mensili o il gioco della pioggia e del caldo estivo: inizia molti mesi prima, con la presenza al suolo della neve invernale. Un costante manto di neve invernale, esercita sul primo strato del terreno una fondamentale azione protettiva, contro le puntate di gelo eccessivo. Di questo, tutto il reticolo del micelio e le sue ife sono ben grati. Sappiamo che il fungo non va mai in letargo, è un embrione vivo e «si costruisce» anche d'inverno. E l'inverno 2008-09 è stato un vero amico, in questo.
LA TEMPERATURA
Non è una regola fissa, ogni specie di fungo ha i suoi limiti climatici, in cui gli riesce di manifestarsi al meglio e più di altre specie: succede negli anni in cui magari non ci sono in giro i porcini ma imperversano le amanite o i lattàri, o le mazze di tamburo, o i soli chiodini dell'autunno. Sappiamo però come gli eccessi di calore prolungati, come successe nel 2003, siano uno dei principali nemici del fungo, andando a bloccare sottoterra lo sviluppo della sacca elastica da cui poi il nostro, quando è l'ora, scatta verso l'alto. Le ondate di caldo dei mesi scorsi sono state tutte di normale durata. L'unica che sta un po' esagerando l'abbiamo sulla testa in questi giorni, ma a quanto pare non sembra incidere sulla raccolta, visti i cestini in circolazione.
L'UMIDITÀ E IL VENTO
Innegabile il ruolo di precipitazioni equilibrate e ben distribuite lungo i mesi dell'anno. L'anno in corso, dapprima con la tanta neve poi con le perturbazioni atlantiche, fra aprile e luglio, è stato di parola. L'equilibrio nelle piogge consente al terreno di trattenere al meglio l'umidità, e ostacola i progetti dei tanti insetti e delle muffe, nostri concorrenti nell'assalto al porcino. In quanto al vento, specie il favonio secco di caduta dalle Orobie, è notoriamente un «distruttore» delle stagioni fungine. La sua è una azione brusca, che va a interrompere periodi positivi e fioriture numerose, quasi certamente agendo sul rapido disseccamento superficiale del terreno, anche per molti centimetri in profondità. Episodi prolungati di favonio, da quando è iniziata la bella stagione 2009, non ne abbiamo avuti.
CONCLUSIONE
Dovremmo concludere che è importante andare a funghi avendo come compagno di battuta un consulente meteo? Certamente no. Ho molto sintetizzato, ma il rapporto meteo-funghi è intuibilmente ben più complesso e variegato. Ma in questo sta forse la vera fortuna «ambientalista» del fungo: nel fatto che nessuno ha la meteo-ricetta giusta e che, come in tutte le cose della vita, la fortuna nel bosco aiuta soprattutto i perseveranti e gli audaci. Noi sappiamo che il cercatore di funghi non si fa tante domande: guarda sì la luna sul calendario e osserva il cielo, ma soprattutto annusa l'aria, butta l'orecchio intorno e quando «sente» che è l'ora, parte.
Parlo qui del cercatore vero. Quello che impara a riconoscere le forme e i colori di ogni fungo, non solo di quelli che destinerà a un probabile ricercato pasto. Quello che non ne romperà mai nemmeno uno con il bastone, nemmeno «i matti», lasciandoli intatti per il piacere degli altri cercatori che saliranno più tardi nel bosco. Quello che rispetta le proprietà altrui, i prati, le stalle e gli animali, si muove discreto ed evita il chiassoso richiamarsi di certe numerose compagnie vocianti. Con lo spirito di chi non ne raccoglierà mai oltre le proprie necessità, e men che meno lo farà per ricavarne profitto.
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