Centri di abbronzatura che non rispettano le procedure di sicurezza e di controllo, personale poco formato che non garantisce al cliente le informazioni basilari per una corretta tintarella artificiale e apparecchiature la cui manutenzione non viene effettuata secondo quanto stabilito dalla legge. È un quadro preoccupante quello che emerge da un’indagine effettuata dal Servizio Igiene e Sanità pubblica (Sisp) del Dipartimento di prevenzione medico dell’Asl di Bergamo. Il progetto avviato è alla sua prima tappa, all’interno di una ricerca triennale che si concluderà nel 2010 e che vuole censire e verificare tutti i centri di abbronzatura della Bergamasca per un loro corretto uso.
IL CENSIMENTO
L’attività compiuta nel 2008, i cui dati sono stati resi noti nelle scorse settimane, ha permesso di censire tutti i centri di abbronzatura della provincia, verificandone il 28 per cento: nella Bergamasca sono infatti 581 i cosiddetti centri lampada, 141 in città, 142 nell’ambito territoriale del Sisp di Bonate, 126 di Trescore, 105 di Treviglio e 67 di Albino. Si tratta per lo più (557 sulle 581censite) di strutture dove l’attività esclusiva o prevalente risulta proprio l’abbronzatura artificiale, con un target di clientela che nella Bergamasca sfiora il 26% della popolazione (186 mila persone l’anno), con un’età compresa tra i 18 e i 55 anni.
I CONTROLLI
Controllati effettivamente dal Sisp sono, di questi 581 centri, 162: rispettati i requisiti strutturali delle apparecchiature, non è così per oltre la metà dei centri che non risultano idonei nelle procedure interne di sicurezza e controllo. Anche in questo caso più della metà dei centri non gestisce la scheda cliente che fornisce le dosi e le frequenze di esposizione per le sedute, a cui va aggiunto l’uso di creme prima del trattamento, applicazione vietata dalla normativa del settore, e il mancato uso di occhialini di protezione conformi alla legge e obbligatori.
E LA MANUTENZIONE?
«Nel complesso - dichiara il Sisp - le registrazioni della manutenzione non vengono eseguite». Secondo l’indagine, il 59% dei registri di manutenzione non risulta essere compilato così come i controlli di avvio apparecchiatura, che verificano le condizioni di funzionamento dei macchinari e dei dispositivi di sicurezza, vengono eseguiti solo per il 32% dei centri monitorati.
«PIÚ CONTROLLI E PIÚ EDUCAZIONE ALLA SALUTE»
Anche se a livello nazionale non esistono ancora norme che disciplinano in modo specifico l’attività di abbronzatura artificiale, l’Asl di Bergamo proseguirà con l’indagine di controllo dei centri bergamaschi, al fine di portare avanti un’azione di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori della tintarella artificiale, cercando una collaborazione anche con le associazioni di categoria per informare e sensibilizzare i gestori dei centri sui possibili rischi in cui incappano i loro clienti. Da qui anche un’operazione di educazione alla salute che arrivi ai cittadini anche attraverso la scuola, considerando che i giovani usufruiscono sempre di più di questi «servizi» estetici. Saranno qundi distribuiti agli allievi delle ultime classi delle superiori ma anche delle classi primarie questionari informativi, al fine di sottolineare i rischi derivanti da uno scorretto utilizzo delle apparecchiature di abbronzatura e da un’eccessiva esposizione e di educare alla salute.
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