Cronaca / Bergamo Città
Martedì 04 Agosto 2009
Le ripetizioni agli studenti:
il «lavoro nero» si combatte così
Compiti delle vacanze ed esami a settembre incombono: per questo molte famiglie, anche in estate, ricorrono all'aiuto di insegnanti o studenti che diano qualche lezione privata ai figli alle prese con lo studio. Un tipo di prestazione professionale che molto spesso viene offerta in nero, ma che ora è possibile regolarizzare utilizzando lo strumento dei «voucher» per «lavoro occasionale di tipo accessorio».
Come fare per mettere in regola il prezioso collaboratore? Tutti i consigli arrivano da Orazio Amboni, della Cgil di Bergamo. I voucher (ovvero gli assegni) si acquistano all'Inps in tagli da 10 euro o cumulativi da 50 euro. Il docente che fa le ripetizioni potrà poi incassarli presso le Poste, che tratterranno il 25% (13% per contributi Inps, 7% per contributi Inail, 5% alle Poste per le spese di gestione del servizio).
Per un voucher di 10 euro, dunque, l'insegnante incasserà un netto di 7,50 euro. Non sono previsti tagli inferiori, quindi la retribuzione netta deve essere di 7,5 euro o suoi multipli.
Tutto funziona se l’insegnante è un disoccupato, un cassaintegrato, un giovane studente con meno di venticinque anni, un pensionato o una casalinga. Se invece - come spesso accade - l’insegnante è un docente di ruolo nella scuola di Stato, la situazione si complica un po'.
«La questione - spiega Amboni - nasce dal fatto che per i docenti di ruolo (e non di ruolo) è prevista l’incompatibilità con altri lavori retribuiti, a meno che il docente chieda il part time oppure si tratti di attività libero professionale (per esempio avvocato, giornalista, ingegnere...). Quindi se il docente è a part time va bene, altrimenti no perché il lavoro accessorio occasionale (pagato col voucher) non è assimilabile alla libera professione. Questo almeno par di capire dalla lettura della circolare 88».
«In ogni caso - prosegue l'esperto - pur nell’incertezza della norma vale la pena di utilizzare i voucher perché così sia la famiglia, sia il docente sono «più in regola» che col lavoro nero».
A meno che, e questa è un'altra possibilità, il docente scelga di fare la ripetizione privata sotto forma di libera professione ma, in questo caso, deve fare regolare fattura e pagare le relative tasse, superiori al 25% trattenuto dal voucher, che risulta dunque la forma di pagamento più conveniente.
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