L'associazione Les Cultures
fa felici 80 ragazzi ucraini

Domenica 19 luglio terminerà il progetto di ospitalità terapeutica promosso da Les Cultures Onlus che ha portato nelle famiglie lecchesi e bergamasche quasi 80 bambini e ragazzi tra i 7 e i 14 anni, provenienti dalla regione di Chernigov (Ucraina).

Il bilancio dell’iniziativa di solidarietà è estremamente positivo, sia per i piccoli ospiti, sia per le famiglie ospitanti, sia per l’intero territorio, che ha risposto con entusiasmo e grande generosità. L'associazione vuole per questo ringraziare le famiglie e le molte realtà del territorio locale che si sono prestate con grande disponibilità a supportare l’iniziativa, come la biblioteca di Carenno, l’associazione alpini di Monte Marenzo, l’oratorio di Monte Marenzo, il circolo velico Tivano di Valmadrera, il coro Soul Quair, l’oratorio di Pontida e il centro sportivo Stendhal di Oggiono.

Indispensabile alla buona riuscita del progetto è anche il supporto che da anni è garantito dagli studi medici del territorio. Merita una menzione a parte l’abbazia di Pontida, che ha ospitato in via sperimentale il progetto «A braccia aperte».

Questo progetto coinvolge 8 bambini provenienti da alcuni istituti: si tratta di orfani sociali che presentano problematicità di varia natura, a cui è stata offerta la possibilità di sperimentarsi all’interno di laboratori di pittura, tessitura, argilla, danza e musicoterapia a stretto contatto con la comunità che li accoglie.

I bambini hanno partecipato al centro estivo del Paese, hanno preso parte a escursioni in montagna, al parco delle Cornelle, in barca a vela grazie al circolo velico Tivano e in piscina grazie alla disponibilità del centro sportivo Stendhal di Oggiono. Un bilancio positivo che fa ben sperare per il prossimo appuntamento dell’ospitalità invernale, che prenderà il via a dicembre.

I progetti del gruppo «Pro-Infanzia» di Les Cultures si rivolgono per lo più ai bambini che, come spesso accade, sono i più esposti alle conseguenze di una situazione sanitaria e sociale precaria. E che hanno avuto la vita sconvolta dal disastro della centrale nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986.

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