Roberto Micheletti - il presidente a interim dell'Honduras, di origini bergamasche perché il padre Umberto era di Bergamo città - è il volto "politico" di "un regime repressivo" costituito da un blocco di militari. Lo ha dichiarato Manuel Zelaya, il presidente deposto dai militari, che da Managua si è appellato a Onu, Ue e Osa perché prendano le opportune misure.
Intanto è di due morti e due feriti il primo bilancio fornito dalla polizia per l'azione delle forze dell'ordine dell'Honduras contro i manifestanti pro-Zelaya all'aeroporto internazionale della capitale. Mentre la Croce Rossa ha fatto sapere di stare trattando almeno 30 feriti.
«Non è stata la polizia a sparare ma i militari». È quanto ha subito precisato la polizia dell'Honduras. Migliaia di persone hanno però atteso invano il rientro del presidente Manuel Zelaya, che avrebbe voluto tornare nel Paese nonostante il divieto d'atterraggio. Zelaya ha confermato dall'aereo che non era possibile atterrare a Tegucigalpa in quanto le piste erano occupate dai soldati. Dunque l'aereo con a bordo il presidente è atterrato in Nicaragua.
Roberto Micheletti invece ha accusato il Nicaragua di aver mosso truppe verso il confine e ha minacciato che queste non sconfinino in Honduras, pena la risposta dell'esercito.
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