Colpi di scena a ripetizione al processo per l'omicidio di Boltiere. Prima è arrivata la conferma che l'impronta del piede trovata sulla scena del crimine è dell'imputato; poi gli avvocati difensori hanno rinunciato all'incarico perché volevano conferire con l'imputato, rimasto però in carcere; infine la corte ha rigettato l'istanza dei legali perché, a parere dei giudici, non potevano rinunciare al loro mandato. Il processo quindi è stato interrotto, ma durante la pausa pranzo l'imputato ha nominato un nuovo legale, che ha chiesto il rinvio per esaminare gli atti.
La rinuncia dei legali era maturata dopo che il maresciallo del Ris di Roma aveva confernato che l'impronta di piede insanguinato lasciata dall'assassino sul lenzuolo del letto della vittima è di Halmy Sayed Ahmed Alì Mahmoud. Il sottufficiale del Ris ha presentato in aula gli esiti della perizia disposta dalla corte d'assise.
Nel carcere di via Gleno aveva raccolto le impronte plantari di Halmy per poterle confrontare. L'imputato - egiziano di 26 anni, già condannato a 25 anni per un connazionale ucciso nell'ottobre 2007 a Ciserano - in questo processo è imputato per la morte di un altro egiziano, Tawfik Mahamed Abdallah Ismaili, ucciso nell'agosto 2007 nella sua abitazione a Boltiere.
Il processo, dopo la richiesta del nuovo legale, è stato rinviato al 12 giugno per la discussione e, probabilmente, la sentenza.
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