Hanno più di 80 anni, molto spesso appartengono a classi sociali disagiate e in maggioranza sono donne. Si tratta delle persone non autosufficienti, una condizione presente in tutte le fasce d'età, che tocca però in modo particolare gli anziani.
Se ne è parlato ieri pomeriggio nella sede Anap Confartigianato di Bergamo durante il Convegno provinciale sulla non autosufficienza organizzato dal Cupla, il Comitato unitario pensionati del lavoro autonomo. «La non autosufficienza nel mondo degli anziani - ha ricordato Gianni Previtali, presidente Cupla provinciale in apertura dei lavori - è in continuo aumento.
Nella nostra regione sono più di 300.000 le persone non autosufficienti e tra 15-20 anni questo numero è destinato a raddoppiare. Tutto ciò fa emergere con forza il problema di nuove necessità di assistenza». La presenza di un numero elevato di anziani è la diretta conseguenza dei traguardi raggiunti dalla medicina.
Traguardi che unitamente a un miglioramento complessivo della condizioni generali dell'esistenza hanno innalzato progressivamente le aspettativa medie di vita. Un fenomeno destinato a crescere e ad estendersi anche nel prossimo futuro: «Le proiezioni demografiche per i prossimi 10-20 anni - ha dichiarato l'assessore provinciale alle Politiche sociale Bianco Speranza - stimano un costante incremento della popolazione anziana sulla popolazione generale e sulla popolazione attiva e soprattutto un aumento significativo della quota di grandi anziani.
Fra dieci anni, la provincia di Bergamo, ora la più "giovane" della regione con un indice di vecchiaia di 116, perderà gradualmente questo primato per allinearsi ai più elevati valori medi regionali. Aumenterà soprattutto la quota di popolazione formata da grandi vecchi: gli ultranovantenni saranno quasi il 57% in più rispetto al numero attuale».
Nella nostra provincia, sempre secondo quanto affermato dall'assessore Speranza, è stata stimata la presenza di oltre 30.000 anziani portatori di una qualche forma di non autosufficienza. Tuttavia all'interno di questo gruppo sono più di 10.000 gli anziani gravemente non autosufficienti, incapaci cioè di provvedere autonomamente alle proprie necessità primarie e quindi bisognosi di aiuto, di assistenza continuativa insieme a prestazioni sanitarie sempre più articolate e complesse.
Per quanto riguarda il distretto socio-sanitario di Bergamo (Comune di Bergamo e cinque comuni dell'hinterland) l'indice di invecchiamento (percentuale di over 65 sul totale della popolazione) è pari al 23,8%, il dato più alto tra i 14 distretti della Provincia. «Nel nostro Comune - ha ricordato l'assessore comunale alle politiche sociali Elena Carnevali - risiedono 28.020 over 65 (il 23,8% della popolazione) e 8.557 over 80 (il 7,3% della popolazione) con un indice di vecchiaia (rapporto tra over 65 e under 15) pari a 182,1 (142,1 in Lombardia; 143,6 in Italia)».
A fronte di numeri così importanti l'assessore Carnevali ha tracciato le linee guida che hanno caratterizzato l'azione di Palazzo Frizzoni dal potenziamento dell'assistenza domiciliare (+18,2% tra 2004 e 2009) alla strutturazione del servizio care-giver Alzheimer, all'attivazione del servizio «pasti a domicilio» su tutto il territorio cittadino ai Centri Diurni Leggeri per emergenza caldo. Senza dimenticare i buoni sociali, passati da 122 nel 2006 a 298 nel 2008. Presente al convegno anche Maria Grazia Fabrizio, consigliere regionale e segretaria Commissione Sanità . I lavori sono stati presieduti da Giuseppe Carrara, vicepresidente Cupla provinciale.
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