Cronaca
Giovedì 21 Maggio 2009
Case del Bolognini date a parenti
Esposto e richiesta di autospensione
Il consigliere regionale dei Verdi Marcello Saponaro , assistito dall’avvocato Rocco Gargano, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica in merito a una compravendita di immobili – tramite asta - dell’Azienda Bolognini. Si tratta di tre appartamenti più due box, ubicati in via Bixio 2 a Bergamo, acquistati dalla moglie del direttore generale dell’Azienda Bolognini Amadeo e dal fratello di Renato Mauri, direttore dell’Area Risorse Tecniche della stessa azienda Bolognini Saponaro rileva un abuso d’ufficio da parte del direttore generale Amedeo Amadeo con conseguente violazione di legge.
Il consigliere regionale nell’esposto afferma che l’annuncio dell’asta pubblica non è stato pubblicato né sulla Gazzetta Ufficiale, né all’Albo Pretorio del Comune di Bergamo, dove sono appunto ubicati i tre appartamenti. La pubblicazione dell’asta è avvenuta invece nei Comuni di Seriate, Sarnico, Alzano, Trescore, Gazzaniga, Lovere e Piario. Saponaro aggiunge inoltre che si è avuto un ingiusto danno per l’Azienda Bolognini e un conseguente vantaggio per gli acquirenti. Sulla stessa vicenda era già stata presentata un’interrogazione all’assessore alla Sanità della Regione Lombardia presentata dai consiglieri regionali Marcello Saponaro dei Verdi e Mario Agostinelli del Prc. Ora l’esposto alla magistratura. I due consiglieri regionali – in una nota congiunta – avevano affermato che «gli immobili in questione sono stati venduti dall’Asl all’azienda ospedaliera Bolognini di Seriate e poi acquistati dalla moglie del direttore generale Amedeo Amadeo e dal fratello di Renato Mauri, direttore dell’Area Risorse Tecniche della stessa azienda Bolognini. Gli appartamenti, acquisiti a basso costo se consideriamo la zona dove sorgono – prosegue l’interrogazione - adesso sono in fase di rivendita, presumibilmente a un prezzo doppio rispetto a quello pagato per ottenerli. Chiediamo in sostanza di effettuare delle verifiche su questa operazione, perché di mezzo c’è comunque una struttura pubblica».
La replica, secca, del direttore generale Amedeo Amadeo non era tardata a venire. Amadeo conferma che gli acquirenti sono quelli indicati e sottolinea che si è trattata di «un’operazione trasparente e corretta», fra l’altro le delibere in questione «sono già state visionate anche dalle autorità competenti che non hanno trovato nulla di irregolare». Anche il legale dell’azienda ospedaliera conferma che «la procedura seguita è corretta e l’avviso d’asta è stato pubblicato sia sul quotidiano L’Eco di Bergamo che sul Secolo d'Italia, ma alla stessa asta si sono presentati sono le due persone menzionate». Per Amadeo «è singolare che si parli ora di un episodio riguardante il 2006 e a pochi mesi ormai dalle elezioni amministrative».
La direzione generale dell'Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate aveva diramato un comunicato stampa nel quale si legge: «Nell’ambito della strategia aziendale l’azienda ospedaliera Bolognini di Seriate ha deciso di dare luogo ad un piano di alienazione degli immobili non strategici inteso a conseguire parte delle risorse necessarie all’ammodernamento delle sue strutture ospedaliere, nella specie alla parziale edificazione e ristrutturazione dell’ospedale di Seriate. Le alienazioni sono state, prima del compimento del relativo procedimento di aggiudicazione, espressamente autorizzate dalla competente direzione generale della regione Lombardia. L’alienazione è avvenuta previa aggiudicazione con pubblico incanto ad offerte segrete. I prezzi assunti a base d’asta sono stati determinati sulla scorta delle indicazioni date dalla Agenzia del Territorio, ufficio provinciale di Bergamo, e l’aggiudicazione è avvenuta, nell’ambito della procedura di gara, con rialzo percentuale sopra la base d’asta. Debbono perciò ritenersi irrilevanti le qualità soggettive degli aggiudicatari».
Sulla questione intervengono anche il segretario regionale del Partito democratico Maurizio Martina e il consigliere regionale PD Giuseppe Benigni, che in una lettera chiedono che «il direttore generale Amedeo Amadeo si autosospenda fino a quanto le vicende che riguardano la vendita di alcuni appartamenti del Bolognini di Seriate a sua moglie e al fratello del direttore tecnico della struttura non saranno definitivamente chiariti».
«Il dottor Amadeo - si legge nella nota - ha il dovere, per il rispetto dell'incarico che gli è statio assegnato, di dissipare ogni dubbio sulla congruità e sulla correttezza procedurale della vendita di una parte del patrimonio dell'azienda, ma non può comunque sfuggire alla responsabilità di aver avallato, se non favorito, un'operazione decisamente inopportuna. Si autosospenda, chiarisca, se può, tutto ciò che è necessario chiarire e se non ne ha la possibilità lasci l'incarico ad altri».
«La Regione - sostengono Martina e Benigni - ha il compito di controllare la sanità pubblica e di tutelare il suo patrimonio, e non può dunque rimanere alla finestra. Se Amadeo non riterrà opportuno fare un passo indietro la responsabilità ricadrà sulla Regione a cui spetta il compito di garantire che chi amministra il patrimonio pubblico sia sempre al di sopra di ogni sospetto di aver tratto vantaggi da atti derivanti dal proprio ruolo».
Il Partito democratico annuncia infine la presentazione in merito di un'interpellanza alla Giunta regionale.
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