Cronaca
Sabato 21 Marzo 2009
Nei supermercati la crisi
stoppa i prezzi: scesi del 2%
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BENE ORTOFRUTTA, CARNE PIU' CARA
Fra tanti prodotti che hanno il medesimo prezzo di un anno fa, ce ne sono alcuni che addirittura costano meno. È il caso di alcuni articoli di frutta e verdura oltre che del pesce e naturalmente della pasta. Quest'ultimo prodotto in particolare è stato al centro di un vero e proprio caso, dopo che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di punire i maggiori produttori italiani di pasta (in tutto 26 imprese) nonché l'Unipi (Unione industriale pastai italiani) e l'Unionalimentari, giudicati colpevoli di aver messo in atto intese restrittive della concorrenza e di conseguenza aver violato l'articolo 81 del Trattato Ce, attuando strategie per far lievitare il prezzo della pasta in tutti i supermercati d'Europa. Alcuni dei prodotti che nello specifico hanno visto diminuire il loro prezzo sono carciofi (-11%), limoni (-6%), Branzino e orata di Orbetello (- 10%), il prosciutto crudo (-5%) e le orecchiette Barilla (-9%). L'unico settore dei prodotti che ad un anno di distanza registra alcuni aumenti è la carne. (+ 9%) per il trancio di lonza, (+ 6%) per l'entrecote e per il nodino di vitello (+5%).
FEDERCONSUMATORI: POCHI BENEFICI
«I prezzi alla produzione diminuiscono mentre i prezzi al consumo non ne traggono nessun beneficio. Non solo, ma visto il notevole calo delle materie prime, anche i prezzi alla produzione dovrebbero scendere in misura ben maggiore dell'1%». È questo, in sintesi, il pensiero a riguardo dell'associazione Federconsumatori, che in una nota rimarca: «L'esempio veramente scandaloso è quello del grano: rispetto a gennaio 2008, il prezzo è calato di ben il 63%, passando da 0,48 € a 0,18 € al chilogrammo, ma la pasta ed il pane? A quanto risulta dai nostri osservatori, dopo i vertiginosi aumenti registrati lo scorso anno, con vette del 30-35%, ora i prezzi di tali prodotti rimangono stabili. A pagarne le conseguenze sono le famiglie che, continuando così, si trascineranno dietro, anche per il 2009, un maggior costo per l'alimentazione di ben 564 euro all'anno. Lo stesso discorso - continua il comunicato - riguarda molti altri generi di prima necessità, come il latte e la carne. Quest'ultima, infatti, continua ad aumentare. Clamoroso è il caso del prezzo della carne di pollo, che, dopo essere aumentata, a gennaio 2008, del 12% rispetto a novembre 2007, oggi aumenta ancora del 18% rispetto a gennaio 2008. Tutto ciò dimostra l'urgenza di un accordo tra trasformatori ed intermediari affinché vi sia maggiore trasparenza e correttezza nella determinazione dei prezzi. A tale proposito torniamo a ribadire, inoltre, la necessità di una forte riduzione dei prezzi dei prodotti di largo consumo, di almeno il 20%».
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