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L'area interessata dall'intervento si estende su una superficie di quasi 25 mila metri quadrati; la proposta, denominata «Briantea 3000», ruota attorno a funzioni di terziario avanzato e ha alla base la creazione di una piastra commerciale di 9.600 metri quadrati, con ampi spazi espositivi e inframmezzata da «tagli» che permettano il passaggio e non chiudano la visuale. Sopra la piattaforma (sulla cui copertura si potrà camminare) nei disegni appoggiano tre torri identiche da 8.600 metri cubi ciascuna, forate al centro (come si vede nell'immagine qui sopra) e ruotate in differenti posizioni, per dare, spiega l'architetto Balbo, «maggior dinamismo all'insieme». Il volume totale del complesso si aggirerà intorno ai 50 mila metri cubi. Le torri saranno ricoperte da «una seconda pelle lamellare in alluminio, con fotovoltaico. Si tratta di un edificio altamente tecnologico, pensato secondo i criteri della bioarchitettura e del risparmio energetico».
Ampia la superficie destinata ai parcheggi, quasi tutti interrati: occuperanno 21.500 metri quadrati. Elemento qualificante della proposta è anche, secondo la progettista Francesca Balbo, «la compensazione ambientale, garantita dall'area che sarà destinata a bosco e che farà anche da collegamento tra il verde del Colle della Benaglia e quello del grande parco della Trucca». Il nuovo comparto sarà attraversato da piste ciclabili che lo connetteranno al sistema più ampio di mobilità dolce previsto nel Piano di governo del territorio (Pgt).
Se il progetto, come spiega ancora Balbo, «offre l'occasione di recuperare una zona di frangia del territorio cittadino, fornendole una forte identità e attestandola come significativa porta d'accesso a via Carducci (che costituisce anche uno degli ambiti strategici individuati dal Pgt, ndr)», c'è anche chi, come l'ingegner Sergio Sottocornola del «Gruppo per la qualità degli spazi urbani di Longuelo», paventa una «curnizzazione» di questa porzione di Bergamo, che deriverebbe «dalla somma di una serie di interventi: questo sulla Briantea, ma anche l'ampliamento ipotizzato per il supermercato Auchan, la riconversione della segheria e dell'attuale Motorizzazione Civile. Dentro questa ipotesi ci sono più rischi che possibilità per Bergamo».
In effetti, la Briantea è diventata negli ultimi anni un polo di fortissimo sviluppo di funzioni commerciali e di servizi: sul territorio di Curno basterà ricordare Esselunga e Castorama, ma anche i più arretrati (rispetto alla statale) Auchan, Le Vele, Leroy Merlin, Mediaworld e Uci Cinemas. Ma pure un po' più in là, da Ponte San Pietro fino a Cisano, è in corso un forte sviluppo di natura commerciale. Questa natura di «via dello shopping» e degli uffici si delinea ora anche per il tratto cittadino della Briantea, ovvero via Carducci, ma, nel caso di questo intervento, in una forma particolare: «L'intento non è di insediare un supermercato monomarca - puntualizza Balbo - bensì di alternare al commerciale anche funzioni differenti, che spaziano nei settori del produttivo avanzato, dell'artigianale, della ricerca».
Le tre torri, poi, saranno occupate principalmente da uffici, anche se non è escluso che, nel caso dell'introduzione di laboratori di ricerca, vengano realizzati anche (come previsto dal Pgt) degli alloggi per la residenza temporanea degli addetti del settore. La proposta «Briantea 3000» si concretizzerà probabilmente in un Programma integrato d'intervento che, visti i tempi risicati, verrà preso in esame dalla prossima amministrazione, anche perchè, spiega l'assessore all'Urbanistica Valter Grossi, il via libera ai nuovi progetti «salvo casi di eccezionale interesse pubblico, deve venire dopo l'approvazione del Pgt», che invece per ora, lo ricordiamo, è stato solo adottato dal Consiglio comunale.
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