«Ad essere privilegiate - ha spiegato il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli - dovrebbero essere quelle opere che possono partire subito, da qui a sei mesi». Il piano dovrebbe comprendere anche il Ponte sullo Stretto di Messina dopo lo stop impresso dal governo Prodi, i cantieri ultimativi della Salerno-Reggio Calabria, la statale Jonica per quanto riguarda il Mezzogiorno, mentre a Nord delle risorse beneficeranno appunto Brebemi e Pedemontana, ma anche il terzo valico Milano-Genova, l'alta velocità e alcun interventi della Milano Expo.
Il nuovo collegamento autostradale Brescia-Bergamo-Milano taglierà i tempi di percorrenza, con notevoli risparmi e benefici economici. L'opera è inserita in un contesto di viabilità efficiente, interconnessa con il corridoio transeuropeo 5 Barcellona-Kiev ed è una delle infrastrutture più attese, per la riduzione degli attuali livelli di congestione lungo la direttrice Milano-Brescia. La convenzione sottoscritta nel marzo 2007 da Cal Spa (società mista Anas e Regione Lombardia) e Brebemi, prevede investimenti per 1,7 miliardi.
L'autostrada Pedemontana Lombarda lunga 87 km, collegherà invece 6 province (Bergamo, Lecco, Monza e Brianza, Milano, Como e Varese), in un territorio abitato da 4 milioni di persone dove operano oltre 300.000 imprese. 4.325 milioni il costo complessivo. L'avvio dei cantieri è per il 2010, l'apertura al traffico nel 2015.
«Il collegamento Lecco-Bergamo, che rientra nel sistema della Pedemontana lombarda - ha commentato il sottosegretario di Stato Roberto Castelli - è un fatto fondamentale per il nostro territorio, perché indica finalmente, dopo anni, la luce in fondo al tunnel. Dopo l’inserimento dell’arteria nella Legge Obiettivo, da oggi esiste la concreta possibilità, una volta espletate le formalità burocratiche, di poter vedere avviati in tempi ragionevoli i lavori per un’opera attesa da anni. Segnalo inoltre un significativo contributo per i trasporti lacustri che minacciavano di essere pesantemente ridimensionati. Gli stanziamenti assicurati permetteranno di far fronte alle spese di esercizio e di gestire al meglio e senza tagli la stagione estiva».
La lista delle infrastrutture all'esame del Cipe è stata estrapolata dal piano triennale per le grandi opere da 44 miliardi di euro. Nord e Sud si spartiscono il 50% degli investimenti pubblici (circa 8,5 miliardi) anche se il Mezzogiorno godrà di una fetta maggiore (80%) rispetto alla dotazione complessiva dei fondi Fondo aree sottoutilizzate (Fas).
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