L'intervento, spiega la direzione generale di Roma dell'Inps, è tanto più necessaria per via della proposta di direttiva, in corso di recepimento da parte delle Comunità europea, che all’art. 15, dedicato alle ispezioni, sancisce che gli Stati membri sono tenuti a garantire che ogni anno almeno il 10% delle imprese stabilite sul loro territorio siano oggetto di ispezione, al fine del controllo e della tutela dei cittadini di paesi terzi in posizione irregolare e basate su un’analisi di rischio che tenga conto di fattori quali i settori in cui operano le imprese ed eventuali precedenti violazioni.
I controlli sono soprattutto necessari perché l'evoluzione multietnica che la nostra società ha assunto negli ultimi anni ha profondamente modificato il tessuto produttivo di molte realtà locali ed ha influito sulla caratterizzazione del «sommerso».
Ma i controlli dell'Inps nel 2009 non si limiteranno alle imprese etniche: si agirà anche sul fronte dei soggetti titolari di partita Iva che non effettuano versamenti contributivi, nel campo degli associati in partecipazione, nell'edilizia, nell'agricoltura e nel campo della somministrazione di manodopera, spesso fraudolenta. Controlli anche per le società cooperative, per le attività stagionali, per le gestioni separate, nel campo delle cliniche private e dei centri fisioterapici e veterinari.
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