«La seggiovia - dice Angelo Testa - progettata da Andrea e Giovanni Semperboni, ha comportato una spesa di un milione di euro, ha una lunghezza di 800 metri ed è in grado di trasportare 1.200 persone l'ora. Con partenza poco più a valle del rifugio Vodala, a quota 1.550 metri, raggiunge il Colle Vaccarizza, a 1.750 metri. Da lì si può scendere fino agli Spiazzi di Gromo lungo piste adatte sia a principianti, sia, vedi la pista Orsini, a sciatori provetti». Gli sciatori che raggiungono il Colle Vaccarizza possono godere di uno spettacolare panorama. Lo sguardo corre dalla Cima Bani alla Valle Sanguigno, dal Pizzo Salina al Pizzo Pradella e al Monte Cabianca. Il nuovo impianto di risalita viene ad aggiungersi alla seggiovia Spiazzi-Vodala che trasporta in quota 900 persone l'ora; la seggiovia Orsini-Costa in grado di trasportare 1.200 persone l'ora e le sciovie del campo scuola e Vaccarizza. Tutti impianti a servizio di sei piste per una lunghezza totale di 15 chilometri. Ricordiamo che nella località sono attivi la Scuola sci Spiazzi, due grandi alberghi, ristoranti e bar, due noleggi di attrezzature sportive ed è anche percorribile una pista di fondo, con anello di circa otto chilometri. In Vodala poi è funzionante uno snow park ben attrezzato.
Questo il programma della manifestazione di venerdì: alle 10,30 gli ingegneri progettisti illustreranno le caratteristiche tecniche del nuovo impianto , quindi monsignor Aldo Nicoli benedirà la struttura, mentre il presidente della Provincia , Valerio Bettoni e il sindaco di Ardesio, Antonio Delbono (Vodala è comune di Ardesio pur gravitando su Gromo), taglieranno il nastro inaugurale. Seguiranno la salita in seggiovia e quindi, sul piazzale-solarium del rifugio Vodala, i discorsi delle autorità. Sono stati invitati alla cerimonia di inaugurazione il sindaco di Gromo, la Comunità montana di Clusone, il direttore de l'Eco di Bergamo, Ettore Ongis, rappresentanti regionali e parlamentari bergamaschi, il presidente del Parco delle Orobie bergamasche Franco Grassi. «Il nuovo impianto - conclude Testa - rappresenta un ulteriore sforzo per favorire sia il turismo invernale che quello estivo. In tempi di crisi, potenziare un turismo sostenibile è sicuramente una possibilità in più di lavoro per chi vive in montagna e intende continuare a viverci».
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