Non si è più investito in cantieri e Francesco Macario, assessore all'Edilizia privata, rimarca che i dati riscontrati, oltre a dare un indice dell'andamento del settore, sono «una chiara prova del fatto che chi dà alla Giunta della cementificatrice sbaglia tutto. Il cemento che si vede a Bergamo è frutto dell'amministrazione precedente. Nessuno dei piani integrati di intervento vagliati dall'amministrazione Bruni è ancora partito».
Ecco qualche numero nel dettaglio. Nel 2006 l’importo totale degli oneri di urbanizzazione è stato di 11 milioni 489 mila euro, nel 2007 di 13 milioni 225 mila (+15,3% sull’anno precedente) e poi nel 2008 si è scesi a 9 milioni 557 mila. Macario fornisce alcune chiavi di lettura specifiche: «Il crollo del 2008 sull’anno prima è del 27,8%, ma è viziato da alcuni elementi: prima di tutto l’entrata in vigore del nuovo regolamento edilizio che premia chi punta sulla sostenibilità ambientale togliendo dal computo degli oneri vani scale e porzioni accessorie degli edifici. Poi, e questo è fondamentale, si sconta la crescita verticale del 2007, quando sono stati incamerati i proventi dei grandi interventi approvati dalla Giunta di centrodestra guidata da Veneziani: la Magrini, ad esempio».
Se confrontiamo il dato con il 2009, sorvolando sull’eccezionale 2007, sfioriamo il -17%. Comunque una batosta. Guardiamo poi i permessi di costruire per interventi non onerosi, i cosiddetti «piccoli»: nel 2006 erano 195, nel 2007 sono scesi a 181 (-6,2%) per poi risalire a 195 (+7,7% sull’anno prima).
E le prospettive? Il Comune di Bergamo sta approvando il nuovo Piano di governo del territorio. Ciò significa che chi aveva intenzione di costruire si è affrettato a presentare domanda per timore che le condizioni mutassero con le modifiche al piano. Negli uffici si è quindi registrato un buon afflusso di imprese, ma questo crea dei dubbi sul futuro: «All’elemento di crisi economica, e quindi di minore investimento – riflette il responsabile della Divisione gestione del territorio Massimo Casanova – si potrebbe sovrapporre quello di stasi perché molti interventi sono già stati presentati». Chi fa domanda ora deve anche partire con i lavori, quindi deve fare bene i conti con la disponibilità di fondi: il Comune per questo predispone controlli ad hoc cercando di scongiurare il blocco di un cantiere. Ma con le difficoltà creditizie dell’ultimo periodo, il rischio stop è alto. «La fase è delicata e in evoluzione – conclude Casanova –. Gli esiti saranno molto più chiari già dalla fine dell’estate 2009». Intanto, la diminuzione ha già lasciato il segno.
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