Dall'opposizione e dall'«outsider» Natali, invece, critiche al metodo: «La delibera di Giunta, avvallando la proposta Sice che contiene 10 mila metri quadri commerciali, viola il Documento d'inquadramento ai Pii approvato dal Consiglio, che escludeva la grande vendita; non ha coinvolto nella scelta i cittadini e le minoranze; dà troppi vantaggi al privato». In aula una cinquantina di cittadini, tra rappresentanti dei commercianti del centro storico, del comitato Antitraffico e dei partiti politici locali, che hanno accompagnato con commenti e applausi (per sostenere i contrari al progetto) la discussione. La seduta ha preso il via proprio con l'interpellanza del consigliere Natali (slittata, invece, l'interrogazione urgente sullo stesso argomento presentata da Simone Boroni, del gruppo «Qualità e buonsenso insieme per Ponte», assente per impegni).
Si rimarca come «Documento di inquadramento ai Pii e Piano regolatore escludessero la grande distribuzione», sollevando la questione dell'illegittimità dell'azione della Giunta che avrebbe avviato l'iter dell'Accordo di programma violando quella previsione. La risposta tecnica all'assessore all'Urbanistica e governo del territorio Massimo Locatelli: «Il Documento non ha valore di atto pianificatore comunale. Con l'emendamento del Consiglio, che cancellava la parola "grande", non si escludeva la possibilità dell'inserimento della grande vendita, ma si evitava di specificare a priori la tipologia commerciale. Gli atti della Giunta sono legittimi. Si è inoltre deciso di portare in aula la bozza di Accordo di programma, quando sarà pronto e prima della firma del sindaco, anche se non è obbligatorio. In Comune sono state depositate altre proposte di localizzazione di grande distribuzione, che l'amministrazione non ha preso in considerazione, basandosi sui criteri regionali che danno la precedenza alla collocazione della grande distribuzione nei poli d'interscambio». Sostegno all'interpellanza è arrivata da Giuseppe Rota («La casa della libertà»): «È chiara, a differenza della risposta dell'assessore, che è un esempio di filosofia applicata all'urbanistica».
Proprio sulle alternative alla proposta avanzata dalla Sice, si è invece concentrato il duello Reduzzi-Pozzi. «Se non c'è il privato che collabora e mette le risorse, non se ne viene a capo del centro d'interscambio, che prevede come prioritari i parcheggi, i collegamenti pedonali sopraelevati tra stazione ferroviaria e nuova stazione dei bus. Comunque è la proposta Sice è in itinere e può essere corretta», ha sostenuto il sindaco, appoggiata dall'assessore al Bilancio Gianluigi Beretta. Ma il predecessore ha ribattuto: «In realtà l'Amministrazione ha già compiuto una scelta, scartando un altro progetto presentato dalla società Virgilio, che prevedeva l'ampliamento del centro commerciale di Mapello (ex Sobea) su Ponte, ma in un'area delocalizzata, con un contributo che avrebbe evitato di inserire la grande distribuzione nel polo d'interscambio. Polo - ha aggiunto Pozzi - che poteva essere portato a casa gratis con i fondi Expo 2015, che danno la precedenza proprio a infrastrutture di questo tipo». L'ex sindaco ha inoltre evidenziato che «se il centro d'interscambio è la priorità, quali garanzie danno le ferrovie sul raddoppio del binario e il servizio di metropolitana veloce San Paolo d'Argon-Ponte?». Pronta la replica del primo cittadino: «Stiamo perseguendo anche la strada dell'Expo, ma sicuramente quei fondi non sono sufficienti. L'Accordo di programma è stato avviato proprio per far sedere al tavolo le Ferrovie, che comunque si sono già dette interessate al progetto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA