L'occasione di parlare del parcheggio multipiano di Città Alta arriva alla premiazione, ieri in Regione a Milano, della sua stessa creatura, quel Piano del centro storico di Città Alta, giudicato «Esperienza positiva» tra 30 proposte arrivate da tutta la Lombardia all'assessorato all'Urbanistica del Pirellone.
Richiesto di un commento sul parcheggio di via fara, Crotti non nasconde le perplessità: «L'apertura in via Fara di un varco di uscita veicoli con regolamentazione stradale e l'abbattimento di muri di prima dell'Ottocento non sembravano conciliabili con il paesaggio circostante. Le nostre, però, restarono opinioni a posteriori, perché per l'amministrazione l'intervento in project finance era da considerarsi cosa fatta e andava inglobato nel perimetro del futuro Piano».
Sull'opportunità della realizzazione - aggiunge - «noi, allora come ora, ci eravamo dichiarati non solo perplessi, ma preoccupati. La decisione probabilmente avrebbe dovuto avere un approfondimento maggiore in termini di progettazione, di previsione del peso che veniva ad assumere, eccetera». Così, anni dopo, alla luce della frana nel cantiere e delle lesioni ai palazzi vicini, l'opera «è un precedente che consiglia di riflettere di più su certi programmi di intervento, che possono anche avere dei contenuti condivisibili, ma in un centro storico conta la qualità del progetto. Chi mette mano alla modifica di equilibri urbanistici raggiunti attraverso i secoli deve essere portatore di un risultato che aggiunga un valore superiore. Altrimenti nessuno è legittimato a diminuire quel valore che appartiene alla collettività, per soddisfare un'esigenza parziale». «Anche la nostra epoca - conclude Crotti - ha diritto di testimoniare che è capace di aggiungere un capolavoro agli altri che i secoli hanno realizzato. Ma o c'è un capolavoro o abbiamo perduto qualcosa. Non si può, per esempio, fare un parcheggio in un centro storico come se lo si facesse in un lotto qualsiasi di una periferia di sviluppo».
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