Tra costi e tariffe
Comparazioni a parte, il momento è complesso per le aziende di trasporto: «Alzando il livello medio delle tariffe da un lato si consente all'impresa di migliorare i propri conti e quindi vengono a crearsi risorse aggiuntive per gli investimenti, dall'altro si vanno a colpire gli utenti meno abbienti oppure si potrebbero perdere quote di domanda» si legge nel 5° rapporto sulla mobilità urbana in Italia, redatto da Asstra, l'associazione che raggruppa le principali aziende di trasporto. Ma c'è il rovescio della medaglia: «Rendendo stabili i prezzi è pur vero che si viene incontro alle esigenze di contenimento delle tariffe, ma conseguentemente si appesantiscono i bilanci aziendali rendendo necessari interventi finanziari di natura pubblica che in un secondo momento si riversano sulla collettività».
Il trend degli aumenti
E qui c'è un dato decisamente interessante, quello dell'evoluzione delle tariffe nei servizi pubblici locali dal 2004 al 2008: orbene, per gli autobus si registra un generico più 9,63 per cento, che diventa un più 8,45 per il biglietto a tempo, più 6,79 per la media tra ticket e abbonamento e più 5,44 per un mensile. Dati che indicano una precisa strategia: scaricare gli aumenti sul viaggiatore occasionale e cercare piuttosto una fideizzazione attraverso l'abbonamento, così da erodere quote stabili al trasporto privato. Nello stesso arco di tempo i biglietti ferroviari sono cresciuti del 14,33 per cento, i pedaggi autostradali dell'11,92, il costo dei taxi del 15,83, quello dei trasporti aerei del 42,35. L'energia elettrica è aumentata del 26,38, la tassa sui rifiuti del 25,19, il gas del 21,29 e l'acqua del 19,07 per cento.
La media nazionale
Entrando nel dettaglio delle tariffe, dati Asstra alla mano, la media nazionale del biglietto si attesta appena sotto l'euro (0,98 per la precisione), ma stiamo parlando del mero valore nominale. Se invece si scende sul terreno del valore orario (prezzo diviso per tempo) si arriva a 0,78 euro. Una curiosità, poco meno della metà delle aziende ha scelto di far pagare il biglietto 1 euro, «dato che conferma che la logica seguita dalle amministrazioni competenti alla definizione dei livelli tariffari è stata evidentemente quella della semplicità economica e non di una ponderata valutazione economica. Il prezzo di 1 euro è comodo in quanto non comporta resti in monetine, è semplice da comunicare ai clienti ed infine è il prezzo più comune e quindi in parte giustifica, agli occhi dei clienti, la sua adozione» si legge nel rapporto Asstra. Al momento della rilevazione (gennaio 2008), ben il 57 per cento delle aziende considerate applicava questa tariffa: un anno dopo, il dato è sceso sotto questo valore e molti hanno scelto ritocchi verso l'alto. Atb di 5 centesimi, come la triestina TT, la palermitana Amat di 20, la napoletana Anm di 10. Nota bene, in Campania (come a Roma, del resto) vige un avanzatissimo sistema d'integrazione tariffaria che permette di viaggiare con un biglietto per 90 minuti su bus, metro e treni. La Lombardia lo sta studiando molto da vicino.
Gli abbonamenti
Dal punto di vista nominale, il costo puro e semplice, non ci sono grandissime differenze per aree del Paese: fatta 1 la media nazionale, nel Nord Ovest si paga 1,02, nel Nord Est 1 euro, 1,02 nel Centro, 0,96 nel Sud e Isole. La differenza c'è invece nel valore orario, dove i valori sono rispettivamente 0,82, 0,93, 0,83 e 0,61. Il dato si riequilibra sul fronte degli abbonamenti mensili, dove a fronte di una media nazionale di 31,15 euro, nel Sud se ne pagano 33,59, al Centro 30,67, nel Nord Est 28,65 e nel Nord Ovest 32,18. Va comunque rilevato come in molte realtà a prezzo elevato corrispondano tariffe molto agevolate per categorie più deboli: studenti, anziani, invalidi, disoccupati. Un dato su tutti, il prezzo medio nazionale dell'abbonamento mensile anziani è pari a 16,54 euro, mentre quello degli studenti di 18,51. A Bergamo gli over 65 pagano il 50 per cento, quindi (sempre zona 1) un mensile feriale costa 14 euro, sotto la media nazionale. Gli studenti hanno invece a disposizione un titolo annuale a 190 euro, che scende a 160 per i Comuni convenzionati, tra cui il capoluogo e buona parte dell'hinterland: dividendo quindi quest'ultimo valore per 12 si ottiene un costo mensile di 13,3 euro, ben sotto la media nazionale. Circoscrivendolo ai soli 9 mesi di scuola si arriva a 17,7 (fermo restando che si può viaggiare anche nei 3 restanti), quindi ancora sotto la media.
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