Mozzanica, accusato di pedofilia
Ma in 700 firmano per difenderlo
Per sostenerlo hanno raccolto oltre settecento firme. I coscritti della classe 1961 di Mozzanica e Sergnano hanno sottoscritto una petizione per non far sentire solo l'autista di scuolabus che si trova in carcere, accusato di avere abusato di una 13enne.
Per sostenerlo hanno raccolto oltre settecento firme, con tanto di nome, cognome e numero di carta d'identità. I coscritti della classe 1961 di Mozzanica e Sergnano (Cremona) hanno sottoscritto una petizione per non far sentire solo l'autista di scuolabus di Mozzanica che dallo scorso agosto si trova in carcere, accusato di avere abusato di una ragazzina di 13 anni della provincia di Cremona.
Sulla sua innocenza mettono la mano sul fuoco anche tre sindaci, i colleghi e molti genitori dei bimbi di Sergnano (Cremona) dove l'uomo ha guidato lo scuolabus per vent'anni. Cento persone disposte a giurarlo davanti ai giudici, indicate nella lista testimoniale della difesa al processo, che si è aperto nel tribunale di Cremona, nei confronti dell'autista, sposato e padre di due figli. Il 12 agosto scorso la polizia di Crema lo aveva arrestato con l'accusa più infamante, quella di avere violentato la figlia di amici, allora tredicenne, oggi maggiorenne, che lo aveva denunciato tre anni e mezzo dopo i fatti. L'adolescente si era confidata con il papà, raccontando di essere stata abusata ripetutamente e per un lungo periodo. La ragazzina era stata poi sentita dalla polizia con l'aiuto degli psicologi.
Al processo, dove la ragazza e i suoi genitori si sono costituiti parte civile, dei cento testimoni indicati dalla difesa, il presidente Pio Massa, con i giudici Pierpaolo Beluzzi e Christian Colombo ne ha ammessi 25, tra cui 7-8 genitori e un assistente di scuolabus, con la possibilità, per i legali di aggiungerne altri due o tre. Gli avvocati sono pronti a portare sul banco dei testimoni uno dei tre sindaci e hanno chiesto un confronto diretto tra il loro assistito e la ragazza, che sarà ascoltata nella prossima udienza del 17 dicembre.
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 24 ottobre
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