Guasto, atterraggio d'emergenza
Una trevigliese: «Finiti in Libia»
L'aereo per Zanzibar che ha un guasto, la necessità di atterrare in emergenza in mezzo al deserto libico e ritrovarsi, per quasi un'intera giornata, con altri 230 passeggeri nell'hangar di un aeroporto militare. È la disavventura vissuta da una trevigliese.
L'aereo per Zanzibar che ha un guasto, la necessità di atterrare in emergenza in mezzo al deserto libico e ritrovarsi, per quasi un'intera giornata, con altri 230 passeggeri nell'hangar di un aeroporto militare. È la disavventura a lieto fine vissuta, il 6 ottobre scorso, da Michela Scaricabarozzi, trevigliese di 29 anni, impiegata in un centro servizi della Cassa rurale.
«Lieto fine fino a un certo punto - spiega la trevigliese - perché la vacanza non l'ho più potuta fare. Quando, ormai in serata, siamo tornati in Italia, non c'era nessuno della compagnia ad accoglierci, così ho deciso di prendere le mie valigie, per le quali ho dovuto tra l'altro aspettare ulteriori quattro ore, e tornarmene a casa. E addio Zanzibar».
Michela Scaricabarozzi ha già chiesto un risarcimento per i duemila euro pagati per una vacanza che non ha fatto non per sua volontà. «Avevo prenotato questo viaggio last minute in un'agenzia trevigliese - spiega -. Così il 5 ottobre, alle 23, sono partita da Malpensa con il volo della compagnia Meridiana. Dopo due ore abbiamo sentito una sorta di rumore e ci è stato comunicato che saremmo dovuti atterrare in Libia per un guasto a un motore».
«L'atterraggio è avvenuto tra l'altro tranquillamente: solo che dall'1,30 alle 8,30 siamo rimasti sull'aereo. Solo alla mattina ci hanno fatto scendere e abbiamo capito di essere in un aeroporto militare libico, circondati dai militari. E, tutt'intorno, i resti dei bombardamenti».
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