Stazione in tilt, i presidi indulgenti
Giovedì, nuova giornata allucinante

Elasticità e tolleranza. È questa la linea che hanno deciso di seguire i dirigenti degli istituti, che fanno capo al polo scolastico interessato dalla caotica situazione del sottopasso della stazione, per far fronte all'emergenza ritardi. Giovedì ennesima giornata allucinante.

Giovedì 10 ottobre, ennesima giornata allucinante per pendolari e studenti, come ci scrive una lettrice: «Anche questa mattina pendolari e studenti sono rimasti bloccati tra l'entrata della stazione e il sottopassaggio. Moltissimi pendolari hanno perso il treno per Milano delle 8.02! La polizia, tenendo bloccate le persone, continuava a dichiarare che era una situazione particolare per la pioggia. Questa situazione è allucinante! Una gestione ridicola e imbarazzante pari al terzo mondo! Chi ci rimborserà di questi ritardi? E da 3 settimane che questa situazione si potrae.... Aiutateci a migliorare tutto questo! Grazie».

Elasticità e tolleranza. È questa la linea che hanno deciso di seguire i dirigenti degli istituti, che fanno capo al polo scolastico interessato dalla caotica situazione del sottopasso della stazione, per far fronte all'emergenza ritardi. Ritardi che vanno da dieci a quindici minuti e che comunque rallentano l'inizio regolare delle lezioni. Va anche detto che queste scuole, proprio perché la loro utenza è composta da studenti che vengono un po' da tutta la provincia, da sempre sono abituate a confrontarsi con gli orari e i ritardi di autobus e treni.

Preoccupazione condivisa da tutti i dirigenti invece è l'eventualità di una chiusura del sottopasso: «Si ritornerebbe indietro negli anni - spiega Michele Nicastri, preside dell'Istituto Paleocopa - e bisognerebbe per forza pensare a delle soluzioni condivise, non ultima quella di mettere delle navette di collegamento tra la stazione e le scuole».

Sveglia! Il vicesindaco Gianfranco Ceci la butta sul pratico: «Tutti si devono alzare un quarto d'ora prima e anticipare il passaggio in stazione, così da evitare il caos». Quello che probabilmente ha fatto lui ieri, arrivando in stazione di buon'ora, poco dopo le 7, per verificare di persona la situazione. «Sono qui per vedere se è così drammatica come raccontano i giornali...» butta lì con un mezzo sorriso. «E lo stesso farò nei prossimi giorni».

La massa di gente, pendolari e studenti, si fa sempre più numerosa e gli agenti della Polfer fanno scattare le misure previste: il senso unico alternato nel sottopasso e il cordone umano. Sono dieci minuti di fuoco che «vengono gestiti nel migliore dei modi». Ceci è molto soddisfatto e lo ribadisce: «Sono dieci minuti davvero critici, ma che sono stati gestiti in maniera impeccabile dalle forze dell'ordine, a cui va il mio plauso». Un intervento prezioso e fondamentale: senza sarebbe il delirio.

Intanto si va avanti così. «Credo che con la buona volontà di tutti si possa continuare a gestire il sottopasso in questo modo. L'alternativa è chiudere e obbligare gli studenti a fare il giro a piedi». Una soluzione che non piace a Palazzo Frizzoni. «È l'extrema ratio» ha subito detto Ceci quando sul tavolo costituito in Prefettura è rimbalzata la richiesta di chiusura avanzata dalla Questura, preoccupata per i disagi legati al cantiere aperto nel clou dell'edificio. «Secondo noi così la situazione è gestibile nei migliore dei modi, grazie al supporto delle forze dell'ordine. Comunque chiederò la convocazione del tavolo istituzionale per fare il punto. Si decide insieme».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 10 ottobre

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