«Ho ritrovato i miei fratelli
con una ricerca su Facebook»

Aveva sei anni e mezzo quando dall'Italia due giovani, marito e moglie, andarono a prenderlo in Brasile. I genitori naturali di quel bambino non potevano occuparsi di lui: lei troppo giovane, lui di vent'anni più grande di lei.

Aveva sei anni e mezzo quando dall'Italia due giovani, marito e moglie, andarono a prenderlo in Brasile. I genitori naturali di quel bambino non potevano occuparsi di lui: lei troppo giovane, lui di vent'anni più grande di lei.

Il bimbo si chiamava Adriano Pereira de Oliveira, ma una volta giunto nel Bel Paese cambiò cognome in Cortinovis. Adriano ha trascorso tutto il resto dell'infanzia e l'adolescenza a Mozzo, accudito dalla coppia che a metà degli anni Novanta valicò l'Atlantico per adottarlo. Anni felici che però non sono mai riusciti a cancellare un senso di infelicità latente.

Ora, 17 anni dopo quel giorno, il ragazzo ha ripercorso il viaggio a ritroso, alla ricerca delle sue radici. E ha ritrovato i tre fratelli rimasti in Brasile, anche loro adottati. Adriano si è diplomato all'Istituto tecnico industriale di Dalmine, ha lavorato per quasi tre anni come impiegato per una multinazionale. Ma ha sempre sentito di non potersi accontentare.

Quando un giorno succede qualcosa: «Nel 2012 grazie a Facebook ho ritrovato uno dei miei tre fratelli, Pedro che oggi ha 21 anni». Inizia così un «riavvicinamento» che è solo digitale, fino a che Adriano decide di volare alla volta di Piratininga, nello stato di San Paolo. Qui Adriano a metà maggio abbraccia il fratello Pedro. Ma non gli basta. E grazie a un'assistente sociale, riesce a rintracciare gli altri due, Alan, 25 anni, e Aline, 20 anni, adottati dalla stessa famiglia.

Leggi di più su L'Eco di venerdì 4 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA