La stazione Fs vista dai pendolari:
«Informarsi prima di progettare»

«Leggiamo in questi giorni dei lavori nella stazione di Bergamo e del conseguente sovraffollamento. Battibecchi tra Centostazioni e assessorato che però non coinvolgono una voce completa dei viaggiatori». Inizia così la lettera del Comitato pendolari bergamaschi.

«Leggiamo in questi giorni molta copertura stampa a proposito dei lavori nella stazione di Bergamo e del conseguente sovraffollamento. Battibecchi tra Centostazioni e assessorato che però non coinvolgono una voce completa dei viaggiatori». Inizia così la lettera che Lucia Ruggiero, del Comitato pendolari bergamaschi, ha inviato in redazione con una serie di osservazioni si qaunto sta accadendo in questi giorni alla stazione ferroviaria di piazzale Marconi.

«Ci sono alcuni fatti precedenti - prosegue la lettera - su cui ragionare. In primis: la stazione di Bergamo già era in una condizione difficile di flussi persone in determinate ore della giornata prima dell'avvio dei lavori. Se nessuno se n'è accorto, è solo perché evidentemente non frequenta mai la stazione nelle fasce pendolari. Certamente l'apertura del sottopasso verso via Gavazzeni ha,rappresentato da una parte un grande aiuto per molti pendolari che parcheggiano in quella zona, dall'altra ha aumentato il flusso di "pedoni" non coinvolti in viaggi in treno, come per l'appunto gli studenti. Va però detto che era inevitabile. Da allora prendere un treno come l'8.02 per Milano è diventato decisamente più arduo e gli ingorghi erano già una realtà. Va detto».

«La stessa cosa - prosegue la Ruggiero - si può dire per l'attraversamento dei binari. Grazie alla perfetta puntualità di Trenord e alla perfetta viabilità delle scale ai binari (e sono ironica) abbiamo più volte segnalato la necessità di attraversare i binari per prendere i mezzi ulteriori e successivi dei nostri viaggi. Senza mai una risposta vera da parte di aziende e istituzioni. Se non che, con la nuova stazione, tutto sarebbe cambiato».

«Appunto. La nuova stazione. Il progetto è di molti anni fa, rimandato, posticipato... E poco condiviso. L'idea geniale di chiudere un sottopasso (l'accesso a sinistra entrando in stazione) ha ovviamente concentrato il flusso già eccessivo di persone su un'unica scala, con i risultati che sapete. A questo si somma il fatto che i viaggiatori non esperti sono disorientati: i monitor sono spariti (ad eccezione di un piccolo schermo), le timbratrici desaparecidas, informazioni non pervenute. L'unico messaggio vocale ripetuto alla nausea è dedicato al divieto di attraversare i binari o ai lavori a Calusco. Insomma, come sempre Rfi dà il meglio di sé. Se non bastasse, riesce anche a far arrivare treni serali di rientro da Milano sul binario 1 con due carrozze con discesa direttamente nell'area di cantiere».

«Consigli? A questo punto - concludono i pendolari - c'è solo quello di muoversi e di cercare soluzioni "tampone" come quelle proposte dalle email precedenti di parecchi altri viaggiatori. In generale il consiglio sarebbe quello di pensare tempi e modalità di un progetto solo dopo aver frequentato quel paio di volte la stazione nelle fasce giuste, magari non alle 3 di pomeriggio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA