«Troppe grida» sul bus dell'Atb
L'autista lascia a piedi 50 studenti

«Adesso basta: o scendete, oppure chiamo i carabinieri e non mi muovo da qui». Le 14 di giovedì 19 settembre sono passate da pochi minuti e l'autobus Atb della linea 7A ha appena inchiodato in via Gritti, strada parallela al viadotto di Borgo Palazzo.

«Adesso basta: o scendete, oppure chiamo i carabinieri e non mi muovo da qui». Le 14 di giovedì sono passate da pochi minuti e l'autobus Atb della linea 7A ha appena inchiodato in via Gritti, strada parallela al viadotto di Borgo Palazzo: alla stazione, il capolinea, mancano ancora diversi chilometri. Ma per una cinquantina di studenti – quasi tutti saliti pochi minuti prima alla fermata di via Gleno, davanti al Centro di formazione professionale – il viaggio termina lì: l'autista si rifiuta di proseguire se non scendono tutti i ragazzi, colpevoli – a suo dire – di urlare troppo. Il bus riparte dopo una decina di minuti, con a bordo soltanto una decina di persone – tutti quelli che non erano studenti – e riprende il tragitto con la scritta «Fuori servizio».

«È stata un'ingiustizia – sottolinea Martina, una delle giovani passeggere costretta a scendere dal pullman – perché non tutti stavamo urlando. Alla fine abbiamo dovuto raggiungere la stazione Autolinee a piedi e ho perso la coincidenza per la valle Seriana: alla fine sono arrivata a casa alle 17 invece che alle 15,30». Il bus di linea era partito da Ponteranica e, come tutti i giorni, stava proseguendo verso la stazione: alle 14,04 la fermata davanti al Centro di formazione professionale, dove sale una cinquantina di studenti. Sul bus ci sono però anche la decina di passeggeri che non hanno nulla a che vedere con i ragazzi delle scuole. L'autobus raggiunge il rondò delle valli e imbocca la circonvallazione verso il centro ma, all'altezza del viadotto, la frenata e la piazzata del conducente, che spalanca le porte: «Fate troppo baccano, non ne posso più, adesso scendete o chiamo i controllori e i carabinieri». Perentorio: tanto che i ragazzi che, in effetti, avevano fino a quel momento gridato, non fiatano più e scendono dall'autobus. Ma molti – circa 25 – si rifiutano di lasciare l'autobus perché, loro, confusione non l'hanno fatta.

«Se non scendete tutti, io non riparto», sottolinea seccato il conducente. Che veramente non rimette in moto il pullman. Dopo alcuni minuti anche gli altri ragazzi sono così costretti a scendere e a incamminarsi a piedi verso la destinazione. «Alcune donne dicevano all'autista: "Bravo, bravo, così si fa" – aggiunge uno studente appiedato –: d'accordo lamentarsi con chi gridava ed era maleducato, ma perché prendersela con tutti noi e lasciarci a piedi? Tra l'altro paghiamo 633 euro l'anno per l'abbonamento e di sicuro non ci meritavamo un trattamento del genere. Rimasti a bordo solo i passeggeri non studenti, ci siamo incamminati verso la stazione. È stato a quel punto che il bus ci è passato di fianco: aveva la scritta "Fuori servizio", benché a bordo ci fossero comunque dei passeggeri». Inevitabili le ripercussioni e i ritardi per gli studenti, che hanno perso le successive coincidenze di bus, tram e treno. Dal canto suo l'Atb fa sapere di avere aver avviato le verifiche interne relative alla segnalazione, per chiarire cosa esattamente sia accaduto ieri pomeriggio sul bus della linea 7A.

Fabio Conti

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