Cronaca / Val Calepio e Sebino
Venerdì 20 Settembre 2013
Le mamme straniere non cedono:
«I nostri bambini restano qui»
Anche giovedì i 14 piccoli alunni di origine straniera non sono andati a lezione: con i loro genitori sono rimasti fuori dalla scuola di Corti a Costa Volpino, l'edificio simbolo di un pasticcio che stenta a risolversi. Alle otto, davanti al cancello, era tutto un vociare di bimbi.
Anche giovedì mattina 19 settembre i 14 piccoli alunni di origine straniera non sono andati a lezione: con i loro genitori sono rimasti fuori dalla scuola di Corti a Costa Volpino, l'edificio simbolo di un pasticcio che stenta a risolversi.
Alle otto, davanti al cancello, era tutto un vociare di bimbi; poi è suonata la campanella e tutti sono entrati in classe. Loro no: i 14 alunni della prima elementare hanno salutato gli amici. Poi hanno giocato insieme e consumato all'aperto la propria merenda. Spiegare ai piccoli cosa sta succedendo diventa ogni giorno più difficile: da due giorni trascorrono la mattinata nello slargo davanti la scuola; mercoledì avevano visto smantellare la loro classe. Armadi e sedie sono stati trasferiti da Corti al Piano.
Il provvedimento è in vigore da mercoledì, ma i genitori non lo hanno rispettato e da allora organizzano un sit-in di protesta davanti all'istituto scolastico. Al momento dell'iscrizione, infatti, si erano organizzati valutando costi e orari. Ora non vogliono trasferirsi al Piano né possono entrare nella scuola di Corti, dove la classe prima è stata chiusa.
«La scuola di Corti è a 50 metri da casa nostra - spiegano alcune mamme -, qui portiamo gli altri figli... perché dobbiamo spostarci?». Così sono disposte a proseguire nella loro battaglia, anche se comportasse la frequenza dei loro bambini nella classe di soli stranieri. Non parlate loro di classe ghetto: «I nostri figli sono nati in Italia e parlano benissimo la lingua».
I genitori hanno limitato la protesta che potrebbe però esplodere già questa mattina: minacciano di coinvolgere tutti i bambini di origine straniera della scuola, che oggi potrebbero non partecipare alle lezioni. «Per solidarietà e perché - dicono - poteva capitare a tutti noi».
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di venerdì 20 settembre
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