La «discarica» di Schilpario
Due indagati dalla Procura

L'ipotesi di reato è la gestione non autorizzata di rifiuti, ricompresa nell'articolo 256 della legge in materia di reati ambientali. La Procura ha deciso di fare luce sull'immobile diventato una discarica abusiva dopo il crollo della sua copertura nel 2009.

Sono iscritti nel registro degli indagati Gianmario Bendotti, sindaco di Schilpario, e Anselmo Agoni, legale rappresentante della cooperativa Ski-Mine, dopo che giovedì scorso il capannone in località Fondi è stato sequestrato dal nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando di Bergamo del Corpo forestale dello Stato.

L'ipotesi di reato è la gestione non autorizzata di rifiuti, ricompresa nell'articolo 256 della legge in materia di reati ambientali. La Procura ha deciso di fare luce sull'immobile costruito a metà degli anni '70 e di proprietà comunale nel 2004 ma diventato una discarica abusiva dopo il crollo della sua copertura nel 2009.

Non sapendo chi abbia abbandonato i rifiuti nell'area, l'iscrizione nel registro degli indagati di Bendotti e Agoni, di fatto, è un atto dovuto essendo l'area riconducibile a loro: l'immobile è del Comune di Schilpario e una parte era stato concesso in locazione alla Ski-Mine.

«Sono tranquillo – dice il sindaco – perché noi non abbiamo creato nessuna discarica. Nel verbale si dice che i 4 ingressi del piano terra erano tutti chiusi. Come si fa allora a dire che il Comune aveva creato una discarica abusiva?».

«Noi in tutto questo siamo vittime – dichiara il presidente della Ski-Mine Anselmo Agoni – perché il crollo del 2009 ci ha procurato un danno da 400 mila euro e perché l'affitto lo avevamo pagato in anticipo».

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