Cronaca / Hinterland
Sabato 24 Agosto 2013
Omicidio Puppo, nuovo atto
In libertà Mascheretti e Masin
Sono tornati in libertà Alberto Mascheretti, 42 anni di Sorisole, e Valentino Masin, 44 anni di Arcene, i due uomini finiti in manette a giugno insieme a Fabio Bertola, 45 anni, architetto-immobiliarista di Verdellino, ritenuto il mandante dell'omicidio di Roberto Puppo.
Sono tornati in libertà Alberto Mascheretti, 42 anni di Sorisole, e Valentino Masin, 44 anni di Arcene, i due uomini finiti in manette a giugno insieme a Fabio Bertola, 45 anni, architetto-immobiliarista di Verdellino, ritenuto il mandante dell'omicidio di Roberto Puppo, operaio di Levate originario di Osio Sotto, assassinato in Brasile a novembre 2010.
Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Giovanni Petillo, accogliendo per il primo la richiesta avanzata dai difensori, gli avvocati Mauro Angarano e Paolo Casetta, e per il secondo, difeso dall'avvocato Federico Pedersoli, quella avanzata dal pm titolare dell'inchiesta Carmen Pugliese.
Mascheretti, portato inizialmente in carcere con l'accusa di concorso nell'omicidio, aveva già ottenuto gli arresti domiciliari in seguito all'interrogatorio di garanzia davanti al gip, durante il quale - unico del terzetto a scegliere di rispondere alle domande - aveva respinto l'accusa.
Il gip ha ritenuto di revocare ogni misura a Mascheretti, e a quel punto la Procura ha rivalutato anche la posizione di Masin: questi era stato sottoposto fin dall'inizio alla misura dei domiciliari, in quanto accusato solo di favoreggiamento, e aveva poi ottenuto l'obbligo di firma.
Masin in un secondo momento rispetto all'interrogatorio di garanzia, si era fatto interrogare, e al pm aveva spiegato di aver accettato di intestarsi come beneficiario di una delle polizze di Puppo per assecondare Bertola, che nei suoi confronti vantava un credito di 80 mila euro e al quale sarebbe in realtà finito il risarcimento per la morte dell'operaio di Osio Sotto: non aveva però nessuna idea che quella potesse essere movente per l'omicidio.
Di fatto il castello accusatorio per il pm resta valido: Bertola, come mandante, avrebbe fatto stipulare numerose polizze su Puppo, parte intestate a se stesso e parte ai vari complici, per arrivare poi a commissionare l'omicidio e, in questo modo, riscuotere.
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