Cronaca
Giovedì 22 Agosto 2013
Giovani bergamaschi al lavoro
nei campi confiscati alla mafia
Sono partiti alla volta della Sicilia come 153 anni prima avevano fatto ragazzi della loro stessa età. Ma stavolta il nemico da combattere non è l'esercito borbonico, ma la mafia. Sono i giovani bergamaschi impegnati come volontari nei terreni sequestrati alla mafia.
Sono partiti da Bergamo alla volta della Sicilia come 153 anni prima avevano fatto ragazzi della loro stessa età. Ma questa volta il nemico da combattere non è l'esercito borbonico, bensì la mafia. Sono più di 30, secondo i dati forniti dalla sezione orobica dell'associazione Libera, i giovani bergamaschi che quest'anno hanno deciso di fare un periodo di volontariato estivo nei terreni sequestrati alla mafia nell'ambito dell'iniziativa «Estate Liberi!» organizzata dall'associazione fondata da don Luigi Ciotti. Da circa 10 anni a questa parte, in questi terreni si sta sviluppando un'economia sana, equa e solidale, anche grazie al lavoro di numerose cooperative e volontari, che ogni estate arrivano da tutta Italia. E molti arrivano da Bergamo.
Tra questi Silvia Pezzetti, architetto 29enne di Levate, che ha deciso di dedicare una parte delle proprie ferie al volontariato, fatto anche di lavoro nei campi di uliveti e vigneti, nel residence Ciuri di campo di Marina di Cinisi (Palermo), sequestrato ai boss locali e ora gestito dalla cooperativa Libera-Mente.
Una settimana di impegno e fatica, arricchita anche da incontri formativi con attivisti, magistrati, dirigenti di Banca Etica ed escursioni nei luoghi storici dell'antimafia: dalla Casa Memoria di Cinisi (con il cammino lungo gli ormai famosi cento passi che la separano dalla casa del boss Tano Badalamenti, ora bene confiscato) al luogo dell'attentato al giudice Falcone lungo l'autostrada per Capaci, al monumento che ricorda il sacrificio del giudice, della moglie e degli uomini della scorta fino all'inaugurazione dello stabilimento balneare Sconzajoco, sequestrato ai boss e ora gestito dai ragazzi di Addio Pizzo.
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