La Radioterapia al «Papa Giovanni»
Tre macchine per battere il tumore

«Il nostro centro, oggi, può dirsi dotato di tutte le apparecchiature a modernissima tecnologia che devono essere a disposizione di un centro di Radioterapia d'avanguardia del mondo occidentale» sottolinea il responsabile, Luigi Franco Cazzaniga.

Tre acceleratori lineari per la radioterapia a fasci esterni, un acceleratore di elettroni dedicato alla radioterapia intraoperatoria (usato per i tumori al seno), oltre a un apparecchio Tac dedicato per la cosiddetta «centratura» del bersaglio e un sistema computerizzato per il calcolo dei piani di trattamento: è questa la «santabarbara» contro i tumori che l'Unità di Radioterapia oncologica del «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo può vantare.

«Il nostro centro oggi può dirsi dotato di tutte le apparecchiature a modernissima tecnologia che devono essere a disposizione di un centro di Radioterapia d'avanguardia del mondo occidentale – sottolinea il responsabile Luigi Franco Cazzaniga – . Una dotazione, questa di Bergamo, che ci consente di eseguire le più moderne tecniche radioterapiche ad alta precisione, dalla 3D conformazionale alla radioterapia a modulazione di intensità ad arco, cioè una modalità di erogazione ottenuta mediante la schermatura dei fasci attorno al bersaglio, fino alla radioterapia adattativa, ovvero la modifica del piano di terapia di un paziente, nel corso di cicli di trattamento, per tenere conto delle modifiche anatomiche o dei cambiamenti nella biologia o fisiologia del tumore».

Non solo: la Radioterapia collabora in modo multidisciplinare con gli altri specialisti di discipline oncologiche e d'organo; oltre ad elaborare i trattamenti in collaborazione con i fisici dell'Unità operativa di Fisica sanitaria, guidata da Renzo Moretti.

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