«Paperoni di Borsa», i fratelli Rocca
scivolano al 3° posto della classifica

Sette anni consecutivi al vertice negli ultimi 10 anni. Tanto è durato il predominio dei fratelli Rocca, Gianfelice e Paolo, dominus di Tenaris Dalmine, che, quest'anno, scivolano al 3° posto della classifica dei «Paperoni di Borsa».

Sette anni consecutivi al vertice negli ultimi 10 anni. Tanto è durato il predominio dei fratelli Rocca, Gianfelice e Paolo, dominus di Tenaris Dalmine, che, quest'anno, scivolano al 3° posto della classifica dei «Paperoni di Borsa» tradizionalmente stilata nel mese di agosto dal giornale finanziario MF/Milano Finanza in edicola quest'oggi.

I fratelli Rocca, quest'anno hanno passato lo scettro del comando, nella graduatoria riferita ai portafogli quotati dei primi investitori privati del mercato azionario italiano, a Leonardo Del Vecchio, patron della multinazionale dell'occhiale Luxottica. E sono stati sopravanzati anche dai titolari della maison di moda, Prada, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli.

Ai fratelli Rocca quest'anno, dalla rivista MF, è attribuito un patrimonio di borsa pari a quasi 12 miliardi di euro: un valore in crescita di quasi mezzo miliardo rispetto al 2011 e che, in percentuale, è valso un +3,3%. Nulla, però a che vedere con le crescita di Del Vecchio (+41,53%) e Prada (+27,1%) che si sono collocati al vertice della classifica con un patrimonio valutato rispettivamente di 15,2 e di 14,5 miliardi di euro.

Per i Rocca, quindi, quest'anno ha coinciso con lo scivolone in classifica, dopo che per sette anni consecutivi, dal 2006 al 2012, avevano mantenuto il comando assoluto della classifica.

I fratelli Rocca, lo ricordiamo, erano però entrati nella «Top Five» della classifica di MF nel lontano 2004 (nel 2003 erano accreditati della sesta posizione): all'epoca avevano occupato il 5° posto assoluto alle spalle proprio di Leonardo Del Vecchio (4°). Il magico trio vincente dei Paperoni, quell'anno era costituito da Silvio Berlusconi, alle cui spalle si collocarono i fratelli Benetton ed Ernesto Bertarelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA